Categories: Cronaca

Dentista vuole comprarsi all’asta casa di un fruttivendolo, lui gli incendia lo studio

MONTEMESOLA (TA)-I Carabinieri della Compagnia di Martina Franca (Ta) hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Taranto, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, nei confronti di un 36enne, fruttivendolo, censurato, di Montemesola (Ta), ritenuto responsabile dei reati di incendio ed estorsione, nonché di detenzione a fini di spaccio e cessione di sostanza stupefacente.
L’attività info-investigativa dei Carabinieri traeva origine da un incendio all’interno di uno studio dentistico di Montemesola avvenuto la notte del 16 maggio 2015. L’evento, che causava ingenti danni agli arredi ed alle attrezzature presenti nello studio, per un ammontare complessivo di circa 60.000,00 euro, appariva sin dalle prime fasi di natura dolosa. Ad occuparsi dei primi accertamenti erano stati i Carabinieri della locale Stazione che nell’immediatezza avevano riscontrato come l’autore del reato si fosse introdotto nello studio, previa rottura di una finestra per poi incendiare il locale. Successivamente, stante la gravità dell’evento, l’indagine veniva seguita dal Nucleo Operativo della Compagnia di Martina Franca che, sotto la direzione ed il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria tarantina, dava corso ad una serrata attività investigativa, caratterizzata dalla visione delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza presenti nei pressi dello studio dentistico, dall’escussione di numerosi testimoni, dall’espletamento di attività di natura tecnica, quali intercettazioni ambientali e telefoniche. Le complesse indagini, conclusesi nel settembre 2015, hanno portato i militari ad una completa ricostruzione dei fatti condivisa poi dall’Autorità Giudiziaria. Emergeva, infatti, che la titolare dello studio dentistico, nei mesi antecedenti all’incendio, aveva manifestato il proprio interesse all’acquisto, all’asta giudiziaria, di un immobile sito a Montemesola ed abitato proprio dal nucleo familiare del 36enne. Quest’ultimo, sin dalle prime battute, non aveva gradito l’interesse maturato dalla professionista, nei confronti della quale iniziava ad esercitare direttamente ed indirettamente una velata azione intimidatoria tesa a scoraggiarla dalla definitiva aggiudicazione dell’immobile. L’azione dissuadente dell’arrestato culminava poi con l’incendio dello studio medico della vittima, episodio che ha definitivamente indotto la professionista a rinunciare all’aggiudicazione dell’asta, per la quale aveva già versato una cauzione, motivando il ripensamento in relazione a presunte difformità, illegittimità urbanistiche ed abusi non riportati nella descrizione dell’immobile in questione sul bando di gara. L’azione investigativa dei Carabinieri, ha consentito di blindare gli indizi di colpevolezza raccolti sul conto del 36enne e, pertanto, l’Autorità Giudiziaria, ritenendo fondato il pericolo di inquinamento probatorio, nonché il pericolo di fuga e di reiterazione della condotta criminosa in parola, ha ritenuto di emettere il provvedimento di odierna esecuzione. Il medesimo, inoltre, compendia responsabilità dell’odierno arrestato anche in relazione ad alcuni episodi di detenzione a fini di spaccio e cessione di modesti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato collocato in regime di arresti domiciliari, in ottemperanza a quanto disposto dal G.I.P. mandante.

Redazione

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