Da questo momento Luigi di Maio è un grillino qualunque. È ministro del governo di sinistra, ma non ha più nessun potere politico dentro il movimento, è come tutti gli altri. Da qui si può dire che inizia il tracollo di Di Maio. Finora è stato al centro dell’attenzione perché era il capo politico, adesso è soltanto un semplice ministro. Anche le apparizioni in TV diminuiranno a dismisura e di lui si sentirà parlare soltanto sulle cose che riuscirà a fare alla Farnesina. Il declino inizia da oggi.
Questo passo indietro di Di Maio segna probabilmente anche l’inizio della fine del Movimento. Il caos all’interno dei 5 Stelle è iniziato e gli scenari sono del tutto imprevedibili. Il problema rimane sempre l’elettorato. Puoi fare tutte le scelte possibili, azionare tutte le strategie inimmaginabili, ma se l’elettore non ti vota, tutto si vanifica. Oggi il movimento ha perso il cinquanta per cento dei voti presi alle scorse politiche. Questo è il dato che deve preoccupare. Il movimento ha fallito perché ha snaturato se stesso per entrare nei palazzi del potere a tutti i costi. Finché continua su questa ottica suggerita molto probabilmente dal duo Grillo-Casaleggio, per il movimento non c’è più speranza di riemergere.
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