Divieto di parcheggio anche senza il cartello: stai commettendo un vero e proprio reato | Sei costretto a pagare se vuoi lasciare l’auto

uomo-in-auto-depositphotos-quotidianoitalia.it

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Vietato parcheggiare davanti a un’uscita, anche se non c’è il cartello. Lo stabilisce la legge, le conseguenze possono essere più gravi

Il caos dei parcheggi nelle grandi città è un problema quotidiano per molti automobilisti.

Trovare un posto auto può trasformarsi in una vera e propria sfida, e non è raro vedere auto parcheggiate in modo “creativo” o, peggio, che bloccano uscite e accessi.

Ma cosa succede se parcheggi in un’area che, pur non avendo il classico cartello di passo carrabile, è chiaramente un’uscita, come quella di un garage o di un cancello? Molti pensano che senza il cartello, non ci siano conseguenze, ma la legge dice il contrario.

Per questo, anche se non vedi il cartello di passo carrabile, se la tua auto blocca l’uscita di un’altra vettura o impedisce a una persona di uscire da casa sua, le conseguenze possono andare ben oltre una semplice multa.

L’importanza della segnaletica e le eccezioni

Il passo carrabile è un segnale stradale, regolamentato dall’articolo 22 del Codice della Strada, che indica un accesso a un’area privata (come un cortile, un garage o un’officina) e vieta la sosta ai veicoli. Parcheggiare davanti a un passo carrabile con regolare cartello comporta una multa e la rimozione del veicolo. Fin qui, tutto chiaro.

Il problema sorge quando il cartello non c’è. In questi casi, un’auto che blocca un’uscita può essere multata per “intralcio” (articolo 158 del Codice della Strada). La multa va da un minimo di 42 euro a un massimo di 173 euro, oltre alla possibile rimozione del veicolo. Ma le conseguenze possono essere più gravi di una semplice multa: si rischia la reclusione per violenza privata.

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Quando l’intralcio diventa reato

Ma la situazione può farsi ben più seria. Se parcheggi la tua auto in un modo che blocca completamente l’uscita a una persona, impedendole di muoversi liberamente, potresti commettere un reato di violenza privata, regolamentato dall’articolo 610 del Codice Penale. Questo reato non richiede l’uso della forza fisica, ma può essere compiuto anche attraverso l’impedimento della libertà di movimento di un’altra persona.

La giurisprudenza ha riconosciuto che l’atto di bloccare con la propria auto un’altra persona all’interno di un’area privata, senza il suo consenso, può integrare gli estremi della violenza privata. La Corte di Cassazione, in diverse sentenze, ha confermato questa interpretazione. Se si é oggetto di una denuncia per violenza privata e, se l’accusa viene provata, si rischia una condanna penale che prevede la reclusione fino a quattro anni.