È inutile girarci intorno, dopo questa tempesta, l’Italia vivrà un nuovo dopoguerra. Sarà difficile rialzarsi in tempi brevi, anche perché non sappiamo quando tempo dura questa emergenza, e bisogna fare i conti con un paese ormai fermo. Non è solo l’industria la forza del nostro paese, la forza sta nelle tante piccole imprese, il settore del commercio e turistico, che ora sono al collassando. I provvedimenti del governo fanno un solletico, non saranno efficaci per mantenere in piedi il sistema. Dopo non dovremo alzare le macerie da terra, ma dovremo far partire un’economia che era già abbastanza in crisi. L’Europa non appena sarà passato l’inferno, di sicuro vorrà riprendere il lavoro che ha sempre fatto: dettare condizioni economiche da rispettare, mentre in questo momento, la stessa Europa, è ferma e sta dimostrando in pieno la sua inutilità.
Inutile dire che per l’Italia ora scatta l’allarme generale. I continui crolli di Piazza Affari sono il campanello d’allarme che fanno presagire a un futuro difficile. Il governo, in affanno, non può pompare liquidità come fa la Germania. Quindi i paesi membri chiedono di attivare il Meccanismo di stabilità. I falchi europei già hanno segnalato, con un tempismo sospetto alquanto quello della Lagarde, di non avere interesse a concedere troppa flessibilità al Paese. Quindi di cosa vogliono parlare i sostenitori di questa Europa.
L’Europa ci ha chiuso le porte in faccia in un momento di grande difficoltà. I paesi membri hanno chiuso i confini intorno a noi. Quelli che tanti parlano di stati uniti d’Europa come salvezza per l’Italia, ora devono spiegare come mai tutti i paesi dell’unione hanno rotto le righe e sono scappati via dal dramma. L’Italia sta lottando da sola una tragedia umana dalle dimensioni enormi. L’Europa non ci serve a niente, e lo sta dimostrando in pieno.