Poche settimane ancora e avremo il nuovo capo dello stato. Questa è certezza. Gli unici papabili candidati, per ora, sono Mario Draghi e Silvio Berlusconi. Altri nomi non escono dal cilindro della politica. Tutto, però, è avvolto nella totale incognita. Berlusconi vorrebbe quel posto per chiudere in bellezza la sua carriera politica. Dall’altro canto Draghi è frenato dalla voglia dei partiti di farlo rimanere a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura. Draghi lo sa bene, e proprio i franchi tiratori potrebbero giocargli un brutto scherzo nelle diverse chiamate durante il voto.
Sono molti i parlamentari che non vogliono che l’attuale legislatura finisca, poiché per molti di loro non esiste più futuro politico, e il taglio dei parlamentari influirà molto sulla loro permanenza nell’emiciclo. È quasi una fine scontata, specialmente per la nutrita flotta di parlamentari del M5S.
Al di là di ciò, la legislatura si avvia verso la fine. Già dopo l’estate i partiti saranno chiamati a cimentarsi nella futura campagna elettorale del 2023. Di fatto questa legislatura è già verso la fine. La storia ci insegna che le campagne elettorali iniziano con ampio anticipo. Potete immaginare centrodestra e centrosinistra, ma anche semplicemente Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte, Matteo Salvini e tutti quelli che oggi appoggiano Mario Draghi, iniziare la campagna elettorale dandosi botte da orbi dopo avere governato insieme. Ci sarà da ridere di molto. Il corpo elettorale già ampiamente composto da chi al voto non c’è andato e non ci andrà, darà di sicuro una brutta lezione ai partiti di maggioranza del governo Draghi. L’unica cosa che potrà aiutarli, sarà l’assenza di una nuova legge elettorale. Tornare al voto con la vecchia legge porterà di nuovo allo scenario attuale.