Sab. Apr 1st, 2023

È stato un anno difficile per una fascia di attività tanto che il loro domani è a rischio. Sono tantissime le partite iva, nell’ordine delle migliaia, che hanno già chiuso i battenti per via della pandemia. La Banca mondiale stima che la pandemia da Covid-19 ha dato vita ad una delle peggiori recessioni economiche dal 1870, portando con sé un drammatico aumento dei livelli di povertà. L’Italia è uno dei quei paesi che rischia di più. Già prima dell’epidemia la situazione era critica, ora si è fatta drammatica. Ad essere particolarmente colpite dall’attuale crisi sono specialmente le piccole e medie imprese, che rappresentano buona parte del tessuto economico italiano, e che rischiano di essere spazzate via da questa “tempesta”. Lo scetticismo rispetto al futuro e il timore di perdere la propria occupazione e stabilità economica sono le principali preoccupazioni che attanagliano i lavoratori italiani.

La prima ondata ha dato il freno, ma è stata meno pesante. Gli errori commessi nel periodo estivo hanno portato al ritorno del virus in maniera più prepotente della prima fase. Il rischio di quello che poteva succedere non è stato calcolato. Mentre ora l’Italia si ritrova dentro una continua epidemia, che sta mettendo in ginocchio una parte di italiani.

Non appena l’epidemia sarà dichiarata morta, sottolineo morta, perché finché il virus non muore il pericolo c’è sempre. Il nostro paese dovrà fare i conti con la montagna di debiti accumulati per fronteggiare l’epidemia. Questi debiti non li pagheranno i politici che ci governano, ma saranno gli italiani ad essere chiamati a ripianare il tutto. Già sono ferme 50 milioni di cartelle esattoriali che non vedono l’ora di uscire dal guscio dell’agenzia delle entrate, e se escono saranno guai seri per chi le riceverà. Ma il dramma ci sarà quando si farà il calcolo delle imprese che hanno già chiuso e tutte quelle che chiuderanno durante il 2021 e anche nel 2022. Solo allora si capirà come sia diventata profonda la crisi economica, poiché i mancati incassi da parto dello stato dovranno uscire da qualche parte, altrimenti la macchina pubblica va in tilt. In questa fase, nonostante le enormi difficoltà dell’epidemia in corso, le cose in termini economici sembrano tranquille, ma dopo non sarà più cosi e si avvertirà in pieno il dolore della crisi economica.