Sono passati trent’anni da quando scoppiò mani pulite. Quella enorme inchiesta di tangenti ai partiti, sfinì il sistema politico italiano portandolo alla disfatta. Cambiò il sistema dei partiti, che vide una trasformazione di sigle ma non di uomini e donne. Dopo trent’anni sono tanti i politici che sono rimasti dentro il parlamento. Hanno sposato altre cause politiche, ma non hanno mollato la poltrona.
Era la fine di un’era, che aveva visto da sempre la Democrazia Cristiana in maggioranza e il Partito Comunista Italiano all’opposizione, e con un Partito Socialista italiano a fare il buono e il cattivo tempo. Queste le tre strutture politiche che dal dopoguerra avevano retto il sistema politico italiano. Tutte travolte dall’effetto tangentopoli, tanto che tutte e tre le sigle scomparvero. Non esistevano più.
Ma cosa è successo dopo quella paralisi politica? Nulla. Quel vortice giudiziario che doveva ripulire l’Italia, alla fine non ha prodotto nel concreto il cambiamento di cui aveva bisogno il paese. Come detto prima, gli uomini e donne rimasero quasi tutti seduti nei banchi del parlamento a rappresentare nuovi partiti che, alla fine, erano gli stessi di prima sotto nuove vesti. Nel corso degli ultimi trent’anni abbiamo assistito al continuo cambiamento di sigle, nuovi partiti, usciti fuori dalle rotture interne, che avevano solo lo scopo di rimanere a galla politicamente, ma non davano benefici ai cittadini.
Queste nuove sigle hanno prodotto soltanto nuove leggi, nuovi criteri del vivere sociale. Hanno creato un caos burocratico enorme, ed hanno portato le tasse ad un bivio di insostenibilità. Ogni legge nuova serviva per accontentare una sigla affinché non cadesse il governo in carica. Poiché quella nuova politica non riusciva a partorire nemmeno una giusta legge elettorale che rendesse giustizia agli elettori italiani. No, si guardava, e si guarda tutt’ora, l’orticello da coltivare. Sono nati tanti partiti nuovi dopo la fine di ogni legislatura, che hanno avuto la durata di una legislatura e poi sono morti. Dopo se ne ricostruivano nuovi per affrontare le nuove tornate elettorali. Un caos che viviamo ancora oggi, a trent’anni da quella tempesta giudiziaria, che scoperchiò una prassi dei partiti, ma non rese vera giustizia al popolo italiano. Dopo trent’anni non è cambiato nulla, tutto è peggiorato, ed oggi gli italiani non riescono a vivere dignitosamente come si viveva prima di tangentopoli.