Dove cavolo sta andando il Mondo? Non è facile rispondere a questa domanda. Sul serio è difficile. Si può ipotizzare che il mondo è stato diviso a metà: da una parte c’è il mondo ricco dall’altra un mondo povero assoggettato all’altra metà ricca. Quello che sta succedendo in questi ultimi mesi issa il sospetto che questo virus sia una macchina perfetta. Qui nessuno è complottista, ma non sapere cos’è successo sul serio, alimenta una marea di dubbi che aumentano considerevolmente con i provvedimenti che si adottano nei confronti dei cittadini in nome dell’epidemia.
Il danno ulteriore è la mancanza di riflessione da parte dei popoli. L’alcova su cui poggiano i pensieri i cittadini, sembra essere un contenitore dove gettare quello che succede fuori dalle nostre case, e finché il mio non viene toccato, va tutto bene. Nessuno si rende conto del profondo moto di trasformazione sociale ed economica in cui, nostro malgrado, stiamo precipitando. C’è una statistica di eventi che stanno cambiando le nostre vite. Eppure non ce ne accorgiamo, o facciamo finta, girando lo sguardo dall’altra parte, che non ci appartiene. Sembra che si stia costruendo una nuova trama per indebolire le scelte dei popoli.
La produzione mondiale è il neo di questo oscuro inferno in cui siamo entrati. Non ce ne rendiamo conto, ma tutto gira intorno al nostro consumismo. Siamo addomesticati con effetti scenografici che ci illudono che tutto quello che ci ruota intorno ci appartiene, quindi c’è la corsa ai debiti per acquistarlo. Ed è quello che vogliono. È la strada che ci hanno costruito affinché non possiamo più ragionare, presi dalla sfrenata falsa esigenza di ottenere tutto. Quel tutto significa dimenticare gli altri per pensare a noi stessi. Una corsa senza limiti per potersi godere ogni bene e beneficiare del divertimento, unico obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Questo mondo sta andando alla deriva, si avvia alla sua estinzione se non si interviene per invertire la rotta del mal costume che sta uccidendo, questa volta, non solo i paesi poveri, già per se in perenne difficoltà, ma anche le democrazie occidentali ricche.