L’Italia ha la necessità di cambiare molte cose partendo dalla testa, da quella politica che ha perso ogni suo orientamento. Sembra che al centro della politica non ci sia più l’interesse del cittadino, bensì un unico interesse ed è quello del mantenimento del potere a tutti i costi. Il M5S doveva cambiare il sistema invece è diventato parte integrante del sistema. Quel cambiamento che il popolo italiano ha cercato dando fiducia al movimento, ormai è morto è sepolto. Quindi non esiste altra strada che riformare alcuni punti della costituzione, che dia più forza ai cittadini e non più ai partiti. Per farlo ci vuole un referendum costituzionale con diversi punti che riguardino la vita dei cittadini e non più quella dei partiti.
Il capo dello Stato è anche quello del governo, devono passare attraverso elezioni ed essere così legittimati dal popolo a cui appartiene la sovranità. E non potrà essere di certo Draghi, che è sintomo della “malattia” della politica e dei partiti. Draghi può solo contribuire a sanare la malattia, ma solo se non diventa lui stesso i sintomi della malattia.
In questa legislatura è caduto tutti il sistema politico italiano. Siamo al terzo governo e tutti e tre sono stati guidati da premier tecnici scelti dal capo dello stato. Nessuno dei tre è uscito dalle urne, quindi ha ottenuto la fiducia del popolo. Certo, lo schema lo impone la nostra repubblica parlamentare, ma è proprio su questo punto che bisogna fare una lunga riflessione affinché si consenta al popolo di decidere capo dello stato e premier. È il popolo che deve scegliere, e non più il capo dello stato, chi deve guidare il governo. Lo stesso capo dello stato deve avere il suffragio popolare passando per le urne. Chiaramente i partiti non lo faranno mai, perché gli fa comodo questo sistema, ma con una legge elettorale maggioritaria e un cambio di alcuni parametri della costituzione, passando per un referendum popolare, si possono cambiare le sorti politiche del paese. Gli italiani hanno il diritto di eleggersi il premier e il capo dello stato, poi chi non governa bene se ne va a casa. Per sempre.