Gio. Mar 30th, 2023

Proprio lo scorso anno in questo mese si facevano le manovre per far nascere un governo. Dopo un anno si aprono le porte di una crisi di governo che potrebbe portare il paese al voto. L’altra variante è un governo conte bis ma questa volta senza la scrittura di un contratto e con un cambio radicale di ministri. è l’aria che si respira questa mattina a roma all’indomani del voto sulla Tav.

Il “furbacchione” Matteo Salvini ha atteso di incassare il sì definitivo al decreto sicurezza bis e la rottura con i Cinquestelle sulla Tav, prima di aprire la pista alla crisi di governo. Secondo i bene informati, Salvini ha comunicato al premier nel colloquio avvenuto a Palazzo Chigi mercoledì sera, che la crisi di governo è già in atto, avanzando una serie di proposte per evitare il peggio, cioè il ritorno alle urne. Urne che potrebbero aprirsi il 13 o il 20 ottobre, oppure, come detto, la formazione di un nuovo Governo, con la stessa maggioranza gialloverde e magari guidato anche dallo stesso premier Conte.

Salvini vuole a tutti i costi portare a casa il successo ottenuto alle europee ottenendo quello che gli spetta come prima forza politica di governo dopo le tante bocciature elettorali del M5S. Spetta a Conte e soprattutto a Di Maio decidere cosa fare. Evitare il voto è la cosa migliore, e questo i corridoi di palazzo fanno filtrare e sarebbero tutti orientati a percorrere la strada del non voto. Salvini però vuole il cambiamento dei rapporti di forza, cosa che di sicuro il M5S non gradirebbe. La Lega vuole l’ingresso di ministri leghisti in posizioni chiave. E l’elenco dei ministri da sostituire è lungo: si parte da Danilo Toninelli al ministero delle Infrastrutture, Sergio Costa e Elisabetta Trenta ad Ambiente e Difesa. Ma nel mirino di Salvini c’è anche il ministro dell’economia Giovanni Tria. Salvini vuole un taglio radicale delle tasse nella prossima legge di bilancio, e la sua idea non concilia con la prudenza del titolare di via XX settembre.

Sarà un agosto caldo per gli attori politici italiani: c’è chi trema dinanzi allo spettro del ritorno al voto, c’è chi trema per paura di perdere il posto nel palazzo, gli unici che non tremano sono i cittadini, tanto peggio di come stanno le cose non può andare.