Quando ne usciamo? Ne usciamo? Orami sono domande che assillano tutti. Il nodo da sciogliere oltre l’epidemia è l’affossarsi dei diritti. Una politica, oggi, che s’è compiutamente appropriata del diritto. Dall’altro lato troviamo un popolo spaccato, dove da una parte c’è chi è schierato con il governo, e chi invece si trova nella parte opposta che cerca di contrastare le decisioni del governo. Ne nasce una disputa tra fazioni, che sta portando il paese verso l’annullamento totale delle idee contrapposte, dove il popolo non saprà più contrastare le decisioni che via via si stanno impossessando della vita sociale della nazione.
Oggi siamo costretti a fare i conti con una strana guerra civile. Una guerra anomala che porta fratture interne alle famiglie, ambienti lavorativi avvelenati da posizioni diverse, gli attriti venutisi a creare tra le persone vittime di una Campagna mediatica che è servita a creare divisioni, l’amicizia lesa dalle posizioni contrapposte generate da un potere dal tono capolaresco che, giorno dopo giorno, ha attribuito a una parte della comunità il ruolo di “capro espiatorio”. Una strada che ha portato ad una guerra della follia.
In ogni guerra la politica ha bisogno della demagogia, del cattivo di turno come capo espiatorio affinché il potere istituzionale conquisti consensi a suo favore. In ogni passaggio ha bisogno di qualcuno dove appoggiare le sue ragioni. Così il nemico può essere chiunque: il capitalista, l’evasore, il mafioso, il nulla facente, trovano sempre in qualcuno il nemico per far valere le ragioni delle loro azioni. Nel caso dell’epidemia c’è stato bisogno del no-vax, essendo un disubbidiente può essere accusato di non partecipare alla lotta comune contro il male e sono additati quasi come disertori di questa guerra della follia. Come avviene in ogni guerra civile segnata dalla demonizzazione del prossimo, fa sì che perfino le relazioni tra padre e figlio, madre e figlia, fratello e sorella e via dicendo, possano entrare in crisi scatenando quell’odio sociale che degenera man mano che la guerra è in corso.
Ed è quello che sta succedendo negli ultimi dodici mesi, dove uno strumento sanitario uscito tempestivamente ha creato forti dubbi in una parte della popolazione, ma in nome della scienza, che può commettere errori, nessuno può avere dubbi e porli come materia di discussione. Deve andare avanti un solo credo, e quel credo nessuno può contraddirlo, è sacro. Tanto che l’ammissione di errori non ci può essere, funzione tutto alla grande nonostante gli errori che, oggi, sono sotto gli occhi di tutti, ma una parte non li vede.