Lun. Mar 27th, 2023

Si parla tanto di violenza sulle donne che, ormai, a parere mio, è diventato più un business che una lotta seria per demolire questa forma di piaga sociale. Finché non si investe seriamente sulla scuola, andando ad istruire i giovani sulle tante forme di violenza o discriminazioni, il fenomeno non arretra mai. Per farlo bisogna evidenziare tutte le forme di violenza che generano disagio ad una persona. Bisogna parlare di violenza di genere e non soltanto di un genere, altrimenti la discriminazione la facciamo noi per primo nei confronti di altri soggetti.

Infatti è violenza anche lasciare nella povertà una persona. Nessuno osa toccare questo argomento. E nessuno lo marca come violenza, eppure è tale perché lasciare senza nulla una persona significa emarginarlo dalla società in cui vive. La nostra costituzione nell’art 3 è molto chiara: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Quindi la costituzione tutale la persona con l’articolo citato. Purtroppo in Italia questo articolo non viene rispettato fino in fondo. La lotta alla povertà non è efficace come dovrebbe. Il mio concetto di violenza anche nei confronti di una persona finita in povertà, è sacrosanto. La povertà nessuno se la cerca, sono i momenti della vita che possono causare povertà, quindi le istituzioni devono essere le prime a prendersi carico di chi finisce in disgrazia. Abbandonarlo a se stesso significa provocarli una violenza psicologica che demolisce la sua esistenza.