duardo De Crescenzo: “Anima blues”
Estate 2013. Isola di Procida (Comune di Napoli). In una mattinata calda di metà agosto, in un caffé sul porto di Marina Grande, il cantautore e musicista Eduardo De Crescenzo sta facendo colazione prima di iniziare le prove del suo spettacolo: Essenze Jazz, quando viene colpito da un pallone da…

Estate 2013. Isola di Procida (Comune di Napoli). In una mattinata calda di metà agosto, in un caffé sul porto di Marina Grande, il cantautore e musicista Eduardo De Crescenzo sta facendo colazione prima di iniziare le prove del suo spettacolo: “Essenze Jazz“, quando viene colpito da un pallone da calcio, che , rimbalzato sul tavolino, fa rovesciare la tazza con il suo cappuccino. “Oh, scusate, scusate tanto don Edua’!…ma quello, mio nipote, tiene dieci anni e l’argento vivo addosso…pare n’arilla!…”, esclama un cameriere, accortosi dell’inconveniente , passando tra i tavoli. “No,ma figuratevi…i bambini sono fatti così…e poi, è pure giusto…se non giocano adesso che sono piccoli!…”, replica il cantautore, rivolgendosi poi al bambino : “Eh, certo che il destro lo tieni buono…ma dimmi un po’… ti stai allenando per diventare come Maradona?…”, domanda De Crescenzo al bambino , che risponde: “Maradona?…Uhà, no, quello è un gran campione,ma è roba vecchia!…Io voglio diventa’ come Cristiano Ronaldo!…E lo dice pure papà: “Cristiano Ronaldo è il più forte di tutti!”….è il più forte del mondo!…”. “Eh…e tu di’ a papà, quando torni a casa, che Ronaldo sarà pure il più forte del mondo,ma Maradona è Maradona!…”, sentenzia il cantautore, mentre il bambino si fa scuro in volto. “Ja’, è mo’ che è ‘sta tristezza?….”, chiede De Crescenzo, cui il bambino replica: “No, il fatto è che , papà, a casa non c’è mai!…papà fa il pescatore!…La mattina esce all’alba, il pomeriggio dorme e la sera si imbarca…l’unico giorno che stiamo insieme è la domenica…ma non sempre, perché spesso va a dare una mano a mio nonno che vende il pesce al mercato…e allora io sto sempre qua, in piazza e aspetto gli amici della parrocchia per giocare a pallone…oppure, quando è troppo presto o non ci sono , gioco da solo…Un poco sono triste, però mi diverto anche!…tiro i rigori…così, mi esercito!… e divento più forte di tutti, proprio come Ronaldo!…Comunque, piacere di avervi conosciuto!… io mi chiamo Giacomo, per gli amici : “Mino”!…”. “Senti, Mino…prima quando hai calciato e il pallone è volato sul tavolo…non è successo niente di grave!…anzi, ti dirò, mi stavo annoiando e tu mi hai fatto sorridere…”, rivela il cantautore, chiosando: “Lo sai una cosa, “Mino”?…pure io a volte , quando non ci sono i miei amici, le persone a cui voglio bene , sono triste…e allora lo sai che faccio?…canto…do voce alla mia anima blues e così non mi sento più solo!… “Mino”, la musica per me è come il calcio per te : una passione!…perciò coltivala, perché ogni volta che giocherai a pallone , anche se sarai solo, come adesso, sarà come fossi in compagnia di tutte le persone a cui piace il calcio e,insieme,formerete una famiglia…quella bella e grande famiglia che si chiama: “Umanità!…”.
“Il mondo di Eduardo è come un giardino incantato, dove i fiori del blues si fondono con gli umori di Napoli,dando vita a un canto poetico emozionante e irresistibile”. Così, il trombettista Enrico Rava, in un’intervista, a proposito del cantautore Eduardo De Crescenzo, con cui nel 2013 ha collaborato alla realizzazione del disco “Essenze Jazz“. Nato l’8 febbraio 1951 a Napoli, a tre anni riceve in regalo la sua prima fisarmonica e a cinque anni debutta al Teatro Argentina di Roma, diretto in uno spettacolo musicale dal maestro Giuseppe Bavota. Fondato, poco più che ventenne, il gruppo beat “Eduardino e i Casanova“, i cui componenti provengono tutti dal Ponte omonimo, sito nel quartiere Vicaria, nel 1967 incide il primo 45 giri con i brani: “Hai detto no!” e “La strada è il mio mondo”. Quindi, terminati gli studi di musica Classica, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Univeristà Federico II, che però abbandona verso la fine degli anni Settanta, una volta firmato un contratto con la casa discografica “Ricordi“. Poi, nel 1980, appena incisa la canzone “La solitudine“, frutto del suo studio sulla composizione ungherese “Czardas”, risalente al XIX secolo, inizia la collaborazione con gli autori e musicisti Franco Migliacci e Claudio Mattone, che compongono per lui il brano “Ancora“, presentato in gara al Festival di Sanremo e grazie al quale ottiene il premio come “migliore interprete”, assegnatogli da una giuria presieduta dal regista Sergio Leone. Un debutto, quello sul palcoscenico del “Festival della canzone italiana”, cui seguono fra il 1985 e il 1991, altre partecipazioni con i brani: “Vieni con me” di Mattone e Daniele Pace, “L’odore del mare” di Maurizio Fabrizio e Guido Morra, “Come mi vuoi” di Mariella Nava, successivamente interpretata anche da Mina, ed “E la musica va” di Franco Del Prete. Non solo Sanremo, però. In quegli stessi anni, pubblicati un LP di canzoni in lingua napoletana: “Decrescenzo“, e i brani “Casualità”,colonna sonora del film “Fatto su misura” di Francesco Laudadio, e “Taptitò“,uno dei temi della pellicola “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo,tratta dall’omonimo romanzo del 1977, interpreta “In fondo al mare“, canzone dell’album di Toquinho, scritta da Maurizio Fabrizio e Guido Morra e riprende a comporre le musiche dei suoi brani, incidendo numerosi dischi ( “Danza Danza”, “Cielo su cielo”, “Nudi“). Affermatosi anche a livello internazionale, alterna alle produzioni discografiche la sottoscrizione di campagne sociali (si esibisce a Scampia per la Festa del Lavoro e tiene concerti di beneficenza a sostegno di associazioni impegnate nel reintegro in società dei detenuti) e la partecipazione a manifestazoni culturali (Premio Recanati e Musicultura). Nel 2000, dopo il lungo tour “Concerto del Mediterraneo“, inizia la registrazione del nuovo album “La vita è un’altra“, presenatato nel 2002 nella trasmissione Rai di Gianni Morandi “Uno di noi” e portato in concerto nei teatri italiani con la sua band storica e le cantanti Maria Pia De Vito e Teresa De Sio. Divisosi tra tour , produzioni discografiche, manifestazioni e porgetti sociali, fra il 2007 e il 2011 pubblica una nuova antologia delle sue canzoni, dal titolo “Le più belle”e tiene svariati concerti, culminati con quello all’Arena Flegrea. Nel 2012, invece, pubblica l’album “Essenze Jazz” , realizzato in collaborazione con il trombettista Enrico Rava, e presentato con una tournèe nei principali teatri italiani (dal Teatro Dal Verme di Milano, al Festival di Ravello, passando per l’Umbria Jazz di Perugia e il Teatro Sistina di Roma), tour ripreso poi nel 2018. Intervistato di recente, in merito al lockdown e alla pandemia e ai suoi effetti sull’Arte, ha detto: “Il lockdown è una condizione che ricorre spesso nella vita di un artista: a volte, raccogliersi nel proprio spazio, non avere troppi contatti con il mondo esterno è una scelta cercata e necessaria per elaborare emozioni. Davanti, però, hai un appuntamento con il pubblico. Il lockdown obbligato da una pandemia è molto diverso, è un isolamento fatto di vuoti e interrogativi, non è stato per me una condizione felice per la creatività, la mia musica si proietta e si esprime in concerto, con un pubblico vero, con musicisti veri, non virtuali. Vivo la creatività come una possibilità di evoluzione personale, non penso mai a cosa accadrà poi. Sentire che il tuo piacere personale è avvertito anche da altri dona un senso di appartenenza molto gratificante , ma continuerei a cercare “quella spinta vitale”, anche se dovessi farlo solo per me stesso. La musica per un musicita non è solo un mestiere , è un modo di essere”.