Ven. Giu 9th, 2023

Marzo 1980. Roma, via della Fontanella di Borghese. Gli abitanti del centro storico della Capitale  si preparano ad assistere , come ogni anno, alla sfilata di titolati e  personaggi noti , invitati dal principe Ruspoli nel suo palazzo, a pochi passi da Piazza di Spagna, per celebrare la “Festa della primavera”. All’ingresso del sontuoso edificio, una folla di papaparazzi attende l’arrivo delle celebrità per immortalarle . Tra i primi ad arrivare , i principi Colonna ,  seguiti dallo stilista Renato Balestra e dal regista Franco Zeffirelli , quest’ultimo in compagnia di Elsa Martinelli. Avvolta in un abito nero, lungo , di raso,  l’attrice si avvicina ai fotografi per salutarli , concedendo loro qualche scatto. “Bentrovati , signori!…Come va, come procede la serata?…” , domanda la Martinelli, sotto lo sguardo accigliato e borioso di una nobildonna. “Be’, a dire la verità , potrebbe annà  mejo!…” , sentenzia uno dei paparazzi, continuando : “Di  Martinelli ce ne sta una sola…gli altri nun se fermano manco se li scongiuri…per non parlà del fatto che dentro , è zona off limits…Nun se po’  entrà, nun ce fanno entrà!…e noi, come lo famo er lavoro nostro?…” . “Certo , che avete ragione!…questa proprio è una mancanza di rispetto verso chi lavora!…”, tuona l’attrice, aggiungendo : “Che poi, se non ci foste voi, questi , ma chi sarebbero?…a parte qualcuno, qua , di famoso , c’è  solo il palazzo!…Il tempo di chiarire la questione con il principe Ruspoli e vi faccio dare l’autorizzazione per entrare!…” . “Dio benedica la Martinelli!…’A ragà , stasera , forse , lavoramo!…” , esulta il paparazzo, chiedendo : “Signora Martinelli, però, me deve toglie’ ‘na curiosità : com’è che lei , che è una persona così importante, così raffinata, se prende tanto a cuore la causa nostra?…A lei , che le cambia?…” . “E’ una questione di principio!…” , precisa l’attrice, “Non sono poi così importante come credete!…Elsa Martinelli prima di diventare  un’attrice, una diva di fama internazionale , era ed è ancora la figlia di un ex contadino ,  usciere delle Ferrovie…e di questo ne va estremamente fiera!…io, non ho mai  dimenticato le mie origini, ve lo assicuro!…” .

“Elsa Martinelli , la nostra “Sabrina” , la nostra Audrey Hepburn. La sua, è stata la storia del sogno italiano del Dopoguerra” . Così, con queste parole la giornalista de La Repubblica , Alessandra Vitali  , ha ricodato l’attrice Elsa Martinelli , all’indomani della sua scompasa. Nata a Grosseto , il 30  gennaio del 1935 , figlia di  un contadino maremmano e di una casalinga, all’età di nove anni si trasferisce a Roma con la famiglia. Cresciuta insieme con sette fratelli (sei sorelle e un fratello), abbandona presto gli studi, impiegandosi ,poco più che adolescente, come commessa e cassiera in  negozi e caffè  del centro. Lontano dallo stereotipo anni Cinquanta della “maggiorata” , dotata di un fisico longilineo e di un’innata eleganza, viene notata in una boutique di via Frattina dallo stilista Roberto Cappucci, che intravede in lei le caratteristiche della perfetta mannequin. Conquistata nel 1954 la copertina della rivista  “Life” , cattura l’attenzione dell’attore Kirk Douglas , che la vuole accanto a sé nella pellicola western, diretta dal regista André De Toth, “Il cacciatore di indiani”. Intrapresa, quindi, la carriera di attrice, nel ventennio Sessanta/ Settanta, alterna  esperienze negli Studios hollywoodiani e in Francia (  gira ,tra gli altri, i film : “Hatari” di Howard Hawks, accanto a John Wayne ,  “Il processo” di Orson Welles, con Robert Mitchum ed Anthony Perkins e  “Il sangue e la rosa”  di Roger Vadim) a quelle sui set di Cinecittà ( “La risaia” di Raffaello Matarazzo , “Costa azzurra” di Vittorio Sala , “La notte brava”,  di Mauro Bolognini,  “Donatella” di Mario Monicell, pellicola, quest’ultima,  grazie alla  quale si aggiudica l’Orso d’argento come “migliore attrice” al Festival di Berlino ,  “Un amore a Roma” di Dino Risi , “Pelle viva” di Giuseppe Farina, “La decima vittima” di Elio Petri , “Sette volte donna” di Vittorio De Sica e “L’amica” di Alberto Lattuada,  al fianco di attori come Marcello Mastroianni, Walter Chiari ed Aldo Fabrizi).  Cimentatasi nel 1971 con la conduzione  , presenta  infatti, insieme con il collega attore Carlo Giuffrè, il Festival di Sanremo,   dal 1976, anno in cui gira il film “Il garofano rosso” di Luigi  Faccini , abbandona quasi del tutto il grande schermo. Divenuto un volto popolare grazie alle apparizioni in trasmissioni televisive e in sceneggiati di successo ( “Astuzia per astuzia” e “Atelier”) ,  negli anni Ottanta e Novanta, si divede tra cinema ( ritorna sul set per un cammèo nella pellicola di Sergio Corbucci e Alberto Sordi “Sono un fenomeno paranormale”) , teatro (interpreta il “giallo al femminile”: “Otto donne”) e scrittura ( pubblica per la casa editrice Rusconi l’autobiografia “Sono come sono. Dalla Dolce vita e ritorno”). Vestiti i panni di una duchessa cattivissima nella terza stagione della serie Rai “Orgoglio”, negli ultimi tempi ha diradato le sue apparizioni in talk show televisivi per via di una grave malattia. Spentasi l’ 8 luglio scorso,  all’età di ottantadue anni , nella sua casa di via Flaminia , è stata salutata da amici e familiari presso la chiesa di S. Maria del Popolo. Donna anticonformista , dalla  vita sentimentale turbolenta ( si è sposata due volte : la prima con il conte Franco Mancinelli Scotti , da cui ha avuto la figlia Cristiana e la seconda con il fotografo e designer Willy Rizzo) , sul suo conto è stato detto : “Era elegante , di un fascino un poco altero e misterioso , che ha resistito alla scalata degli anni anche quando il successo è scemato. Passata per tutti i generi , senza mai scadere  , restava sempre , comunque,  “la (complemento di specificazione) Martinelli”.