Categories: Cronaca

zio Bosso: “Oltre i pregiudizi”

Febbraio 2016. Sanremo. Sul palcoscenico del Teatro Ariston, gli artisti in gara alla sessantaseiesima edizione del “Festival della canzone italiana”, si alternano per effettuare una prova generale della loro esibizione, a poche ore dall’inizio della messa in onda della prima puntata dell’evento canoro. Terminata la terna dei cantanti prevista per la mattinata, è la volta degli ospiti d’onore. Quindi, accompagnato da un collaboratore, fa il suo ingresso sulla scena il compositore, direttore d’orchestra, contrabassista e pianista Ezio Bosso. Il maestro, ormai da quasi un ventennio alla testa delle orchestre più prestigiose d’Europa e del mondo, è pronto per suonare al pianoforte una composizione, “Following a Bird”, tratta dal suo primo album: “The12Room“. Interrottosi a metà dell’esecuzione, Bosso dà alcune indicazioni ai fonici per migliorare l’acustica, quando dalle prime file della platea, dove siedono due addetti alla sicurezza del teatro, si ode un vociare confuso. “Mi sa che qui faremo notte…certo, se si ferma ogni due note!…E dire che pensavo di sbrigarmi e di poter tornare prima a casa, che stasera c’è la partita di Champion!…”, si lamenta un nerboruto vigilante. “E’ vero…la partita!….me n’ero completamente dimenticato!…Vabbe’, ma fra poco finirà, no?…Insomma, quanto può durare ‘sta prova?…”, domanda l’altro addetto alla sicurezza, continuando: “Secondo me, dura al massimo un altro paio di minuti…anche perché non credo possa affaticarsi più di tanto…nelle sue condizioni!…”. “Insomma, bastaaa!…ma chi è che distrurba!…Noi ,qui, stiamo suonando…chi vuol conversare, vada al bar!…”, sbotta il maestro Bosso, interrompendosi di nuovo, infastidito dal brusio, “E poi guardate che qui ne avremo per altre due ore, quindi, se avete premura di tornare a casa per vedere la partita , andate pure!…E quanto a me e alle mie condizioni, sto benissimo!…talmente bene da essere in grado di suonare fino a tarda notte…Certo che il pregiudizio non ha limiti!…Sì, sono un uomo con una disabilità evidente, ma in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono!…Ma voi, lo sapete cosa vuol dire essere innamorati del proprio mestiere?, essere appassionati di qualcosa?…per me, la musica è come l’amore: necessaria per vivere!…Donare la musica al pubblico, regalargli le note di questo pianoforte e , per ogni nota un’emozione, è più forte di qualsiasi limite fisico, di qualsiasi malattia!…Sapete cosa mi dispiace?che tante volte nella vita io abbia dovuto incontrare il pregiudizio…Sin da adolescente…quando avevo quindici anni, un maestro di musica disse a mio padre , che era un operaio , che, io, suo figlio, non sarei mai potuto diventare un musicista, perché “i figli degli operai fanno gli operai , non i compositori o i direttori d’orchestra”…Io, dunque, secondo quel signore , sarei stato destinato dalla nascita a fare l’operaio…Oggi, invece, a sentire voi due, non potrei suonare , fare il musicista, perché sono un “malato”!…Ebbene, io non sono un “malato”!…io non sono le etichette che la gente mi attacca addosso…io sono Ezio!, un uomo che vive oltre i pregiudizi e che ogni sera ,sul palcoscenico e ogni giorno in sala di registrazione, ora con il pianoforte ora con la bacchetta con cui dirige, è in grado di liberarsi dalla prigionia dei luoghi comuni, della retorica e del pietismo sciacallo. Sì, è vero, io non cammino: io, grazie alla musica, volo e sono già altrove!”.
“A mio padre fu detto: “I figli degli operai fanno gli operai, i figli dei musicisti fanno i musicisti. Questo è stato il dolore più grande; forse le parole più violente sentite nella vita. Ma da lì è iniziata la mia lotta per esautorare quella frase così idiota. La ribellione, per me, l’ha fatta la musica, che mi ha fatto scappare di casa, andare a Vienna a 16 anni, fare incontri fondamentali”. Così, il compositore, direttore d’orchestra, contrabbassista e pianista Ezio Bosso, raccontava qualche anno fa, in un’intervista al settimanale L’Espresso, un episidio che segnò la sua adolescenza, rafforzando ancor più la determinazione nel diventare musicista. Nato a Torino il 13 settembre 1971 da genitori operai, cresce iniseme con i fratelli in Via Principessa Clotilde, quartiere periferico a nordovest della città, abitato per lo più da immigrati meridionali. Avvicinatosi alla musica all’età di quattro anni, grazie a una prozia pianista, a sedici, di fronte all’impossibilità di intraprendere gli studi musicali presso un Conservatorio, per via delle modeste condizioni economiche della famiglia, si trasferisce in Francia, dove inizia a suonare il contrabbasso, venendo in contatto con le principali orchestre europee. Tuttavia, è l’incontro con Ludwig Streicher, contrabbassista e basso principale dell’Orchestra Filarmonica di Vienna ad imprimere una svolta nella sua vita e nella carriera artistica. Infatti, avviato allo studio della Composizione e della Direzione d’Orchestra presso l’Accademia di Vienna, si diploma, per poi collaborare con diverese orchestre, quali: la Chamber Orchestra of Europe e la Deutsche Kammer-Virtuosen. Quindi, rientrato a Torino verso la metà degli anni Ottanta, nel 1988 mette il suo talento di musicista al servizio del gruppo musicale underground-ska-mod degli “Statuto”, suonando il basso nell’album d’esordio “Vacanze“. Una breve parentesi durata due anni, prima di tornare, nel 1990, alla collaborazione con prestigiose istituzioni musicali come il Royal Fesival Hall, la Carnegie Hall di New York, il Teatro Colòn di Buenos Aires, il Teatro Regio di Torino, l’Accademia romana di Santa Cecilia, il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro Comunale di Bologna, presso cui si esibisce in veste di compositore, esecutore e direttore d’orchestra (dirige : la London Symphony Orchestra e la London Strings). Numerose, in questi anni e, fino al 2010, le istituzioni operistiche che fruiscono delle sue doti di compositore e interprete, ancor più affinate grazie allo scambio artistico con il direttore d’orchestra Claudio Abbado, quali: la Wienner Staatsoper, la Royal Opera House, il New York City Ballet e il Teatro Bolshoij di Mosca. Nel suo repertorio,però, non solo sinfonie, composizioni per orchestra, per strumenti e archi e composizioni vocali, ma anche musiche per opera ( Alcina, Orlando, Mercuzio, Simone e il mago), balletti (Flautus 1994, The breath of the thramp Moments 2006, Within the Golden Hour 2008, 6 Breaths 2010 e LandForms 2011) e per colonne sonore teatrali (Amleth machine, Nina, Agamemnon, Sogno di una notte, Qoeleth e il Cantico dei Cantici) e cinematografiche ( Un amore, Ribelli per caso, Io non ho paura, Quo Vadis Baby?, The Moon on the Lake, Il dolce e l’amore e Il ragazzo invisibile). Ricoverato per una neoplasia,nel 2011 subisce un intervento di asportazione , in seguito al quale sviluppa una sindrome autoimmune e scopre di essere affetto da una malattia neurodegenerativa, che non gli impedisce però , una volta rimessosi, di ricoprire l’incarico di direttore artistico del The London Strings di Londra e del Teatro Comunale di Bologna, e di supervisore di progetti sociali e divulgativi nella sua città natale, Torino. Fra il 2013 e il 2014 , invece,avviati intensi sodalizi con i violoncellisti: Mario Brunelli e Sergej Krylov, dà vita a un duo pianoforte e violoncello e alla sua composizione d’esordio : “Fantasia per violino e orchestra“. Preludi al prestigioso incarico ricevuto nel 2015 dall’Università Alma Mater di Bologna di realizzare una composizione dedicata alla Magna Charta delle Università Europee, contenente il primo inno ufficiale dell’istituzione universitaria, ritorno sulla scena concertistica, che lo porta nei migliori teatri con il suo recital per pianoforte e in veste di direttore d’orchestra (tra le altre dirige: Orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice, Orchestra da Camera di Mantova e Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Salerno). Al debutto nello stesso anno con il primo disco da solista: “The 12th Room“, nel febbraio del 2016 si esibisce come ospite durante la seconda serata del Festival di Sanremo con la composizione, “Following a Bird”, raccogliendo vasto consenso e popolarità. Testimone e ambasciatore internazionale dell‘Associazione Mozart14, istituita in memoria del maestro Claudio Abbado , scomparso nel 2014, e presieduta dalla figlia di quest’ultimo, Alessandra, per tramandarne i principi artistico-sociali ed educativi , nel 2018 è testimone ufficiale della Festa Europea della Musica e unico italiano inviatato al Parlamento UE per una riflessione sullo stato della cultura europea. Nel gennaio 2019, reduce da: una serie di debutti su palcoscenici importanti come quello del KKL di Lucerna, dalla nomina a “Direttore Stabile Residente” del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, dalla fondazione di un nuovo ensamble orchestrale, la StradivariFestivalChamber Orchestra e, infine, dalla pubblicazione del secondo album per pianoforte: “The Roots (A tale sonata)”, dirige sul palco del Teatro Manzoni di Milano un’orchestra di cinquanta elementi , provenienti dalle migliori compagnie europee,in occasione dell’evento “Grazie Claudio“, per celebrare il quinquennale della scomparsa del celebre direttore d’orchestra. Cimentatosi anche nella veste di autore e conduttore delle serate evento di Rai Tre “Che storia è la musica“, dedicate alla settima sinfonia di Beethoveen, a Cijacoski e a Mozart, cheottengono ascolti superiori al milione di media , debutta all’Arena di Verona dirigendo i Carmina Burana. In procinto di tornare alla direzione orchestrale, dopo la pausa forzata determinata dall’emergenza sanitaria del Covid19, in seguito al peggioramento delle condizioni di salute , si è spento improvvisamente il 15 maggio scorso, nella sua abitazione , all’età di quarantotto anni. Pluripremiato con riconoscimenti come il Flaiano d’Oro e insignito di cittadinanze onorarie da numerosi comuni, tra cui la Capitale, di recente, trascorsi pochi mesi dall’annuncio che non avrebbe più suonato il pianoforte , per via dell’aggravarsi della sua malattia, aveva detto: “La musica è un investimento pesante , difficile. Quando mi sono diplomato non era pensabile studiare meno di otto ore al giorno. L’unica religione è la disciplina per guadagnarsi una credibilità e quindi non mi piace la mancata educazione al merito; così come, suonerà incredibile, non mi piace il proliferare delle finte orchestre giovanili tanto di moda. Quello lo chiamo “il piacere della zia“: suonare in un’orchestra è un traguardo, non uno spettacolo per parenti. C’è questa idea assurda del “basta metterci il cuore”: è una scusa: nelle cose non basta metterci il cuore , bisogna metterci impegno. A un musicista le mani devono funzionare, le note si devono poter fare tutte e bene. La perfezione importa eccome, nascondersi dietro l’imperfezione umana è una stupida scorciatoia; anche perché la missione è cercare sempre quella purezza che diventa trascendenza e trasfigurazione”.

Redazione

Recent Posts

A X Factor si va avanti con la raccomandazione: accede al programma solo chi è “Figlio di…” | Le selezioni sono truccate

Scoperchiato il vaso di pandora sul noto programma televisivo: per andare avanti ad X Factor…

1 ora ago

Più passa il tempo più è facile farla franca: smetti di pagare i debiti con lo Stato | Oltre questo limite non possono più riscuotere

Adesso non dovrai più pagare le tasse. Per fortuna questo limite ti tutela. Sei finalmente…

11 ore ago

L’Italia ha deciso di adeguarsi: il governo lo regala a tutti i cittadini | All’anno ti metti in tasca centinaia di euro

L'Italia si adegua per i giovani: bonus, agevolazioni fiscali e trasporti gratuiti. Il Piemonte fa…

13 ore ago

Addio ai benefit dell’invalidità: niente più assegno ai dipendenti | Cambia ufficialmente la legge

Sta cambiando tutto e la legge non ti aiuta. Niente assegno di invalidità per i…

21 ore ago