L’Istat ha comunicato la discesa dell’inflazione per il mese di marzo di pochi decimali. L’istituto di statistica ha rivisto al ribasso il dato sull’inflazione di marzo al +7,6%. Nella stima preliminare era +7,7% mentre a febbraio il costo della vita si era portato al 9,1%. L’inflazione sta mordendo la vita dei cittadini e fare la spesa è diventato un salasso. I costi dei beni alimentari aumentano quasi settimanalmente. Il carrello della spesa diventa sempre più vuoto e far quadrare i conti non è facile. Anche perché, nonostante ci sia stato un calo, le bollette domestiche rimangono alte sia per gas sia per luce.
I prezzi del carrello della spesa rallentano su base tendenziale, scendendo a +12,6%», ha spiegato l’istituto di statistica nel commento ai dati. Eppure non è ancora abbastanza, fare la spesa è ancora un salasso per molte famiglie italiane. Almeno secondo i consumatori.
Infatti un conto è ragionare con i numeri, è un altro conto ragione con la realtà. I beni di prima necessità sono aumentati a dismisura a partire da pane e pasta, due alimenti che sulla tavola degli italiani non mancano mai. Come non manca il latte, altro alimento indispensabile per gli italiani. Ma è l’intero paniere dei beni alimentari che ha subito aumenti a dir poco fuori regola. Nessun intervento è stato fatto in merito da parte della politica. Gli aumenti sono attribuiti alla guerra in Ucraina e le tensione sul piano energetico, ma è evidente che c’è una forte speculazione in merito. I prezzi subiscono aumenti in continuazione, non passa una settimana che alcuni prezzi aumentino creando enormi difficoltà alle famiglie, poiché il carrello diventa sempre più vuoto e con cinquanta euro a casa si porta poca roba.