Femminicidio Pamela Genini, Gianluca Soncin resta muto davanti al gip | L’avvocato: “Non consapevole di quanto successo”

Soncin non risponde al gip

Femminicidio Pamela Genini - QuotidianoItalia.it (Screenshot video YouTube)

Femminicidio Pamela Genini, Gianluca Soncin resta muto davanti al gip. Interviene il suo avvocato: “Non consapevole di quanto successo”

Nelle prime ore del mattino il killer del femminicidio di Pamela Genini, anni 29, è stato portato davanti al gip per l’interrogatorio. Gianluca Soncin, il compagno ed omicida, è rimasto in silenzio. Questo è quello che confermano più fonti e media.

Il 52enne è stato fermato con l’accusa di aver ucciso la donna con 24 coltellate all’interno del loro appartamento situazione nel quartiere Gorla, a Milano. Il delitto è avvenuto nella serata di martedì 14 ottobre.

Secondo quanto annunciato dagli inquirenti, attraverso una ricostruzione, l’uomo avrebbe fatto irruzione utilizzando una copia delle chiavi. All’atto dell’interrogatorio l’uomo ha scelto di non rispondere e di rimanere in silenzio.

Secondo quanto annunciato dal suo avvocato, nel corso di una intervista rilasciata ai giornalisti presenti, ha precisato che il suo assistito non era affatto “lucido” e di non essere pienamente consapevole di quanto stesse accadendo.

Milano, femminicidio Pamela Genini: “Soncin non consapevole di quanto successo”

Inoltre la difesa sostiene che le sue condizioni mentali e fisiche lo avrebbero reso incapace di comprendere la gravità degli atti: “Il mio assistito non è consapevole di quanto successo” ha precisato il legato. Nel frattempo continuano le indagini da parte degli investogatori.

Emerge, infatti, un passato segnato da rapporti tormentati fra i due. Anni fa, infatti, ci sono stati episodi di violenza con minacce e comportamenti persecutori da parte dell’uomo. Una amica della vittima ha affermato di aver ricevuto, in passato, una foto di Pamela con un occhio gonfio: era il risultato di una valigia lanciata proprio da Soncin verso di lei.

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Ancor prima dell’omicidio la relazione tra i due era in crisi. In più di una occasione Pamela aveva manifestato l’intenzione di interrompere la relazione con l’ex imprenditore. Nella serata di martedì la polizia, una volta giunti all’interno dell’abitazione, avevano trovato la donna senza vita. Poco prima aveva chiamato il suo ex fidanzato chiedendo aiuto. Dal telefono, infatti, si erano udite le sue grida con la speranza che qualcuno potesse intervenire.

Grida che hanno allarmato i vicini di casa che, in quella occasione, avevano chiamato le autorità. Nel tentativo di salvarsi, avrebbe cercato di fingersi una consegna a domicilio quando i poliziotti hanno citofonato. Le accuse nei confronti dell’uomo sono molto gravi: omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, motivi futili, relazione affettiva e atti persecutori. Il gip dovrà valutare la convalida del fermo e l’applicazione delle misure cautelari.