irmato protocollo d’intesa per il distretto turistico del Salento

BARI-È stato firmato oggi pomeriggio dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano, presso la Prefettura di Lecce, il protocollo d’intesa per la delimitazione ed istituzione del distretto turistico del Salento (di cui si allega copia in allegato).

irmato protocollo d’intesa per il distretto turistico del Salento

BARI-È stato firmato oggi pomeriggio dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano, presso la Prefettura di Lecce, il protocollo d’intesa per la delimitazione ed istituzione del distretto turistico del Salento (di cui si allega copia in allegato). Hanno già aderito all’iniziativa 97 Comuni e 41 associazioni di categoria.
“La costituzione del distretto turistico – ha dichiarato il presidente Emiliano – è in una fase abbastanza avanzata: ci sono decine e decine di sindaci che sono pronti ad entrare in questo processo interessantissimo, non solo per la Puglia ma credo per tutto il Mezzogiorno d’Italia.
Si tratta, finalmente, di cominciare a ragionare sul turismo per aree vaste, coinvolgendo i sindaci e tutti gli operatori del settore. È un lavoro non facile, ma secondo me, molto fruttuoso, perché il patrimonio straordinario che il Salento costituisce, non solo per se stesso, ma per la Puglia intera e per l’Italia, va salvaguardato con l’organizzazione.
Noi abbiamo bisogno di ordine, di legalità, di una gestione adeguata delle risorse idriche e del ciclo dei rifiuti, di strutture sanitarie che siano misurate sulle presenze turistiche e non solo sui residenti. Un’infinità di elementi che trasformano una moda, sia pure bellissima e molto radicata nella nostra tradizione, in una permanente capacità di questa terra ad essere terra turistica a livello industriale. L’industria non è un fattore che si inventa, ma è un processo che tende a diventare permanente, ferme restando le nostre caratteristiche principali che sono l’umanità e l’accoglienza, che possono connotare in maniera diversa anche un sistema molto organizzato.
Noi siamo convinti che, nei vari livelli di questa grande catena, i nostri giovani possano trovare buona occupazione e sviluppo. Ci sono un’infinità di figure professionali appassionanti che possono essere compatibili anche con mestieri tradizionali”.