Estate 2017. Roma. Nella stanza al primo piano di un noto centro per disabili, la figlia dell’attore Francesco Nuti, Ginevra, incontra il padre, ricoverato lì da qualche settimana. “Mi raccomando, solo mezz’ora…il paziente non deve stancarsi…ha bisogno di riposo!…” , le raccomanda perentorio il primario. “Certo!…aspetti prima di andarsene…devo comunicarle una notizia…”. “Dica, allora…dica pure!…” , la incoraggia il dottore. “Ecco, vede…il fatto è che , pochi mesi fa, sono diventata maggiorenne e…insomma, lo so che è una responsabilità, un impegno…so di essere giovane, ma…vorrei recuperare il tempo perduto e…stare vicino a mio padre…insomma, vorrei diventarne la tutrice !…” , annuncia Ginevra. “Tutrice di suo padre…lei si rende conto?…non avrà più molto tempo per sé e lei è così giovane!…” , cerca di metterla in guardia il primario. “Lo so…ne sono consapevole!…”, replica la ragazza, spiegando : “Quando mio padre ha avuto l’incidente, avevo solo sette anni… i miei genitori , a quel tempo, si erano già separati ed io sono cresciuta con mia madre tra Milano e Roma…ora che papà è qui, in questo centro , a Roma, città dove studio, potrò vederlo più spesso…Se fossimo stati vicini, tante cose non sarebbero successe…Con me accanto , di certo , non avrebbe subìto alcun maltrattamento!…All’epoca dell’incidente, mia madre mi disse che , cadendo dalle scale, papà aveva battuto la testa e che in conseguenza di ciò lo avrei trovato un po’ cambiato…ma quando lo rividi , per me, non era cambiato nulla. Ora , lui non parla e neppure riesce a muoversi, eppure il nostro rapporto non si è interrotto… a noi basta guardarci per comunicare…Del resto, ci siamo sempre e solo parlati con gli occhi!…Capisce perché sono felice di potergli stare vicino?…Francesco, nonostante tutto, è e sarà sempre mio padre!” .
“Nessuno meglio di me può prendersene cura”. Così , con queste parole, Ginevra, la figlia dell’attore Francesco Nuti, ha annunciato , lo scorso 26 luglio , in un’intervista rilasciata al settimanale “Chi”, la decisione di diventare l’unica tutrice del padre, disabile in seguito all’incidente domestico accadutogli il 3 settembre del 2006. Nato a Prato , il 17 maggio del 1955, da Renzo , operaio fiorentino e da Anna, casalinga di origini calabresi, cresce con il fratello Giovanni a Narnali , frazione del comune toscano, dove la famiglia si trasferisce per motivi di lavoro. Attratto dalla recitazione sin dall’adolescenza, ancora sui banchi di scuola, debutta come attore dilettante, interpretando monologhi scritti da lui. Interrotti gli studi dopo il diploma e, impiegatosi in un’azienda tessile, verso la fine degli anni Settanta entra a far parte del trio cabarettistico dei “Giancattivi”, già composto da Athina Cenci ed Alessandro Benvenuti. Poi, partecipato a trasmissioni radiofoniche ( “Black Out”) e televisive (“Non stop” ) di successo, il gruppo esordisce sul grande schermo con il film, diretto dallo stesso Benvenuti, “Ad ovest di Paperino”, in cui ripropone parte del suo repertorio. Abbandonato il gruppo comico nel 1982, Nuti intraprende la carriera da solista , cimentandosi , sotto la direzione di Maurizio Ponzi, nella sceneggiatura( “Madonna che silenzio che c’è stasera”, “Io, Chiara e lo Scuro”, pellicola,quest’ultima, grazie alla quale si aggiudica i premi David di Donatello e Nastro d’Argento come “migliore attore protagonista” e “Son contento”). Passato dietro la macchina da presa, fra il 1985 e il 1991 , realizza numerosi film sbanca-botteghino, quali: “Casablanca Casablanca”, ( pellicola per la quale ottiene un riconoscimento come “miglior regista esordiente” al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastiàn e un David di Donatello come “miglior attore”) , “Tutta colpa del paradiso” , “Stregati”, “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano” e “Donne con le gonne”. Lasciatosi alle spalle un’esperienza da cantante , si presenta in gara al Festival di Sanremo con il brano “Sarà per te”, dalla metà degli anni Novanta ai primi del 2000, inanella una serie di insuccessi (“OcchioPinocchio”, “Il signor Quindicipalle”, “Io amo Andrea” e “Caruso, zero in condotta”). Affetto da depressione e , dipendente dall’alcool, il 3 settembre del 2006 viene ricoverato presso il Policlinico Umberto I di Roma, a causa di una caduta dalle scale avvenuta nella sua abitazione. Entrato in coma, si risveglia nel novembre dello stesso anno, riportando danni celebrali che ne compromettono l’attività motoria. Assistito dall’ex compagna, l’attrice Annamaria Malipiero, che lo ha reso padre di Ginevra e dal fratello Giovanni , nel gennaio del 2016 è al centro delle cronache per via dei maltrattamenti subìti dal badante georgiano, poi allontanato e denunciato dai suoi familiari. Tenace nel continuare a vivere, malgrado l’assenza dalle scene è presente nella memoria del pubblico , anche grazie alle iniziative del fratello Giovanni, curatore della biografia , edita nel 2011 da Rizzoli , “Sono un bravo ragazzo-Andata , caduta e ritorno”, presto trasformata in uno spettacolo teatrale. Di nuovo vittima di un incidente , il 21 settembre del 2016 viene ricoverato presso il CTO di Firenze e successivamente presso una clinica specializzata di Roma. Raggiunta la maggiore età , di recente, la figlia Ginevra, ha dichiarato alla stampa il proposito di occuparsi del padre, divenendone l’unica tutrice legale : “Piano piano, papà sta migliorando ,anche se non è nulla di eclatante : sono piccole cose che solo una persona dentro questa situazione può capire e apprezzare. Prima , con la sinistra riusciva a scrivere e a disegnare. Ora non più. Ma ci siamo sempre parlati con gli occhi. Quando avvenne la disgrazia, mia madre mi preparò. Mi disse che papà aveva battuto la testa e che era un po’ diverso. Ma quando lo rividi per me era solamente papà. Grazie a mia mamma il nostro rapporto non si è mai interrotto. Sono solo cambiati gli approcci e il modo di comunicare. Francesco è e sarà sempre il mio papà anche se non può più parlare, muovere le mani e camminare ed è giusto che mi occupi di lui” .
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