ROMA- È stato trovato con le mani nel sacco un funzionario di governo. L’inchiesta è quella della Procura di Roma sugli affari gestiti da politici e imprenditori guidati da Raffaele Pizza, il faccendiere finito in carcere due settimane fa proprio perché accusato di aver «pilotato» appalti pubblici grazie al pagamento di tangenti e favorito assunzioni in svariati enti. I finanzieri del Nucleo valutario della Guardia di Finanza hanno trovato a casa di Renato Mazzocchi, funzionario della presidenza del Consiglio, 230 mila euro racchiusi tutti in buste confezionate. Per lui è scattata subito l’accusa di riciclaggio. Come riposta il “Corriere della Sera”, Il sospetto è inquietante: il denaro serviva ad «aggiustare» i processi, come del resto viene detto più volte nelle intercettazioni ambientali degli ultimi due anni. La perquisizione è stata compiuta dieci giorni fa, ma è stata tenuta riservata fino alla convalida del sequestro deciso ieri dal giudice. L’appartamento di Mazzocchi viene ispezionato e all’improvviso in alcune scatole spuntano i contanti, le bustarelle, l’appunto sui fascicoli giudiziari. Le spiegazioni del funzionario sulla provenienza dei soldi non appaiono convincenti, si decide così di chiedere al gip che li ritenga «provento di reato». La tesi viene accolta e ieri il provvedimento di convalida è stato notificato anche a palazzo Chigi.
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