Mar. Mar 28th, 2023

Autunno 1963. Boccadasse (Genova), lungomare Foce. In una casa  affacciata sulla spiaggia, il cantautore Gino Paoli è intento a preparare gli scatoloni per il trasloco, quando in un mobile del salotto ritrova un diario. Sedutosi su di una poltrona accanto all’antico trumeau, inizia a sfogliarne e a leggerne  alcune pagine, quando viene interrotto da un rumore, proveniente dal terrazzino  vista mare. Alzatiosi per verificare, apre le ante del balcone non scorgendo però niente e nessuno che spieghi quel suono insistente. Tornato a sedersi e a leggere la sua agenda di adolescente,però, viene colto nuovamente  di sorperesa dallo stesso rumore e, rialzatosi per controllare , questa volta, vede un gatto dal pelo grigio aggirarsi intorno al vaso di una pianta. “Ah, ecco chi era…eri tu?…gatto dispettoso… volevi richiamare la mia attenzione, eh?…”, domanda Paoli, continuando: “…Ad ogni modo, non fa niente, tanto non stavo lavorando….anzi, se vuoi farmi compagnia mentre orgianizzo gli scatoloni per il trasloco, te ne sarei davvero grato!…Sai?, i traslochi mi rattristano, ne ho fatti tanti,ma ogni volta è la stessa storia: mi prende una malinconia!…Sono contento che tu sia venuto a girolonzolare dalle mie parti…Anzi, scusa se parlo con te al maschile, il fatto è che non so se tua sia una femmina o un maschio…una cosa però è certa: assomigli tanto alla mia gattaaspetta: proprio mia, no…diciamo che viene…veniva a trovarmi spesso, quasi tutte le domeniche…non ricordo come si chiamasse, ma ci capivamo perfettamente, bastava ci guardassimo negli occhi!…Ah, quanti pomeriggi trascorsi insieme!…tutta la mia adolescenza!..e quante cose ci raccontavamo…i suoi , però, erano racconti di sopravvivenza…da gatta anarchica, se ne andava in giro per la città in cerca di cibo e ospitalità ,per poi , una volta ottenuti, sparire… Io, invece, le raccontavo i miei sogni di ragazzo, ma anche il dolore per i primi amori, la maggior parte infelici…qualcuno corrisposto, altri meno, altri no…Un giorno di tre anni fa, quando ero ancora un cantautore sconosciuto, scrissi per lei il testo di una canzone, si chiamava: “La gatta”…e descriveva il nostro legame…le nostre affinità di vagabondi…il nostro scambio di umanità e di amore incondizonati…Vuoi che ti dica una cosa?…quegli anni li rimpiango!…Allora non ero ancora “Gino Paoli”, il cantautore, ma “Gino”, “quello che scrive le canzoni” per altri e a volte anche per sé…Qualche anno fa,  era tutto un po’ più facile!…non mi conosceva nessuno…né radio né tv trasmettevano i miei brani…poi Mina ha sentito il provino de “Il cielo in una stanza”, suonata e cantata da me al pianoforte e ha deciso di inciderla e da quel giorno sono diventato “Gino Paoli”, il cantautore dell’amore, io, che insieme con gli amici Luigi (Tenco) e  Bruno (Lauzi), cantavo solo per diletto… Eh, sì, è proprio vero: “C’era una volta una gatta e una vecchia soffitta  vicino al mare con una finestra a un passo dal cielo blu…Ora non abito più là, tutto è cambiato, non abito più là…ho una casa bellissima, bellissima come vuoi tu…ma io ripenso a una gatta…”…Eh sì, ripenso a lei, a quella gatta…alle mie aspirazioni da pittore, e al mio cuore di ragazzo che batteva, amava e sognava dentro la sua stanza che pareva una soffitta sospesa sul mare…delle illusioni felici”.

“Oggi bisognerebbe riformare una mentalità; noi eravamo ragazzini a cui piaceva suonare e poi per caso siamo finiti in questa storia, suonavamo perché ci piaceva , basta, non avevamo pretese. Ciascuno di noi voleva fare delle altre cose. Luigi Tenco voleva fare l’ingegnere, Bruno Lauzi si è anche laureato, io facevo il pittore, non era la nostra vita quella, però, la musica ci piaceva e quindi si faceva, fai la musica e prima o poi succede qualcosa, però qui la gente non fa la musica con quell’idea, la gente pensa: “Adesso voglio avere successo…vado a un talent, a una trasmissione e vedo se mi riesce”. La differenza sta tra gli artisti e quelli che non lo sono”. Così, il cantautore e musicista Gino Paoli, in un’intervsita rilasciata nel 2018, in occasione dell’uscita del videoclip celebrativo dei trent’anni della canzone “Una lunga storia d’amore“. Nato a Monfalcone (Friuli Venezia Giulia) il 23 settembre 1934, da Aldo, ingegnere navale, originario di Campiglia Marittima(Livorno) e da Caterina Rossi, casalinga giuliana, la cui famiglia era stata coinvolta nell’esodo giuliano-dalmata e nella pulizia etnica compiuta dai reparti militari e paramilitari jugoslavi, ancora bambino si trasferisce a Genova con i genitori. Cresciuto a Pegli, quartiere del ponente genovese,si appassione alla musica grazie alla madre pianista e, poco incline allo studio , passa gran parte del tempo a suonare con gli amici: Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Umberto Bindi, Joe Sentieri, Giorgio Calabresi e i fratelli Gian Piero e Gian Franco Reverberi, nucleo della futura “scuola genovese”, con cui forma il gruppo “I Diavoli del Rock“. Quindi, proprio grazie ai fratelli Reverberi, musicisti professionisti,ottiene, insieme con Bindi e Tenco, un’audizione presso la Dischi Ricordi di Milano, con cui realizza nel 1959 i primi 45 giri : “La tua mano”, “Non occupatemi il telefono”, “Senza parole”, “Sassi”, che,però, non riscuotono gran successo,come pure il brano autobiografico  “La gatta”, inciso nel 1960, di cui vengono vendute poco più di cento copie, ma che riesce ugualmente ad arrivare in classifica grazie agli ascoltatori,  destando l’ interesse , tra gli altri addetti ai  lavori, del paroliere Mogol. Tuttavia, l’ampio consenso popolare e la consacrazione a “cantautore” arrivano solo con la canzone “Il cielo in una stanza”, composta insieme con il maestro Renato Angiolini e incisa da Mina, allora cantante già affermata, rimasta per più di sei mesi in classifica. Nel 1961, conosciuta la cantante e attrice Ornella Vanoni,con la quale stringe un sodalizio artistico e amoroso, scrive ,ispirato da lei, le canzoni: “Senza fine”, Anche se”e  “Me in tutto il mondo” e, nello stesso anno, partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano “Un uomo vivo”, presentato in coppia con il vincitore della precedente edizione, Tony Dallara. Quindi, scritta per Sergio Endrigo la canzone “Gli innamorati sono sempre soli“, dopo un periodo di difficoltà causato dalla morte prematura del fratello, realizza una lunga tournée, durante la quale incontra un’ancora sconosciuta Stefania Sandrelli, destinata a diventare una delle protagoniste del cinema italiano. Instaurato con quest’ultima un legame sentimentale, che desta scandalo presso l’opinione pubblica, essendo Paoli sposato con Anna Fabbri e in attesa di un figlio, Giovanni, nel 1963 passa dalla Ricordi alla RCA italiana per cui incide il 45 giri “Sapore di sale“, brano arrangiato da Ennio Morricone Gato Barbieri e presentato alla manifestazione canora del Cantagiro, divenuto in poche settimane un successo da hit parade, replicato con la canzone “Che cosa c’è”. Nel luglio dello stesso anno, a seguito di una serie di difficoltà e di crisi sentimentali, tenta il suicidio sparandosi un colpo di pistola al cuore, che, però,si ferma nel pericardio senza intaccare gli organi vitali. In seguito, ripresosi, partecipa al Festival della canzone italiana con il brano “Ieri ho incontrato mia madre”, cantato in coppia con Antonio Prieto e rimasto in gara fino alla serata finale della manifestazione. Poi, fra il 1966 e il 1967, dopo aver interpretato canzoni non scritte da lui, come “Lei sta con te” e “Rimpiangerai Rimpiangerai”, e aver registrato un disco dal vivo e in presenza del pubblico (“Gino Paoli allo Studio A“), firma un contratto con la CGD e partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con il brano “La carta vincente“, non arrivato neppure in finale. Allontanatosi momentaneamente dalla ribalta, nel 1968 pubblica i 45 giri “Se Dio ti dà“, presenatato in gara a Un disco per l’estate, “Come si fa”, Il tuo viso di Sole“, inseriti nell’album del 1971 “Le due facce dell’amore”. Tornato in piena attività, nei primi anni del decennio Settanta, incide per la Durium la trilogia di dischi: “Le due facce dell’amore“, “Rileggendo vecchie lettere d’amore” e “Amare per vivere“, che riscuote largo consenso tra i critici, che lo inducono a pubblicare altri album “d’autore”, quali: “I semafori rossi non sono Dio”, basato sui brani del cantautore catalano Joan Manuel Serrat,Il mio mestiere ” e “Ha tutte le carte in regola“, dedicato al cantautore e poeta Piero Ciampi. Composte le canzoni : “Non si vive in silenzio”, “Un amore di seconda mano”, “La ragazza senza nome” e “Di vero in fondo“, nel 1984 compone per il film “Una donna allo specchio” di Paolo Quaregna, con Stefania Sandrelli, il brano-colonna sonora “Una lunga storia d’amore“, diventato un “sempreverde”, inserito nell’album “La luna e il Sign. Hyde“, insieme con la canzone “Averti addosso“, premiata al Club Tenco. Nel 1985, partito per una tournée con Ornella Vanoni, da cui realizza l’album live “Insieme“, incide i dischi: “Ti lascio una canzone“, “Cosa farò da grande” e “Questione di sopravvivenza“. Poi, nel 1989 partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Questa volta no“, ma è solo nel 1991 che torna in classifica con la canzone vincitrice del Festivalbar “Quattro amici”, contenuta nel disco “Matto come un gatto” ,cui segue la raccolta “Senza contorno solo…per un’ora”,che include gli inediti “Senza contorno” e “La bella e la bestia“, brano,quest’ultimo, composto per i titoli di coda della versione italiana dell’omonimo film Disney, cantato con la figlia Amanda Sandrelli. Poi, pubblicati gli album “Appropriazione indebita“, in cui elabora classici di Charles Aznavour,James Taylor  e John Lennon, e “Pomodori“, partecipa nuovamente al Festival della canzone italiana con il brano “Un altro amore”, classificandosi al terzo posto e vincendo il premio della critica. Nel 2004, ritrovata in duetto Ornella Vanoni, incide il disco di inediti “Ti ricordi? No, non mi ricordo”, divenuto poi un tour e un doppio disco live, e nel 2007 pubblica la raccolta “Millestones-Un incontro in Jazz”, che segna l’inizio della collaborazione di Paoli con diversi jazzisti italiani, come Enrico Rava, Danilo Rea, Roberto Gatto, Flavio Boltro e Rosario Bonaccorso. Preso parte nel 2009 alla stesura del testo di “Domani”, canzone scritta per i cittadini abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile,incide i dischi “Storie” e “Santo Me“. Pigmalione e scopritore di talenti come Lucio Dalla e Fabrizio De André, dal temperamento anarchico, si dedica per un breve periodo alla politica ( viene eletto deputato tra le file del PCI, ma in Parlemento si sicrive al Gruppo indipendente di sinistra, in quanto non tesserato in alcun partito, e , successivamente ricopre il ruolo din assessore alla Cultura del Comune di Arenzano) e  tiene  una serie di concerti con il pianista jazz Danilo Rea. Di recente, proprio  in occasione di uno di questi spettacoli pianoforte e voce, dal titolo “Due di noi“, riguardo alla musica e ai cantautori di oggi, ha detto: “La canzone da mezzo espressivo è divenatato un prodotto. Deve essere il giovane autore a decidere che la sua vita è scrivere musica, non avere successo. La canzone è un mezzo per dare, non è un mezzo per avere. Se la canzone diventa una maniera per arrivare a guadagnare , successo etc…questo è un altro discorso, io ho sempre citato un grande del Jazz, quando sono andato a chiedergli cosa voleva dire suonare come suonava lui, come si fa, lui mi ha risposto: “Suonare Jazz è come respirare. E’ nun bisogno, lo devi fare perché hai bisogno di fare quello e non altre cose”. Questa è la partenza, poi il successo è un incidente, è qualcosa in più. Ma quando tu vuoi fare l’artista, vuoi fare quello e basta, non è un mezzo per avere qualcosa”.