ROMA- È dai tempi di Romano Prodi che l’Italia è finita nel baratro. Governi di centrosinistra che non hanno avuto durata superiore ai due anni. Fallimenti su fallimenti. Politiche sbagliate fossilizzate solo a dare ai migranti, distruggere la famiglia naturale, tasse su tasse, poco sviluppo e grande attenzione al partito e non al popolo.
Credevano che il popolo non si accorgesse di quello che stavano facendo. Alla prima occasione, già sul referendum, hanno spazzato via Renzi. Ma ieri c’è stata la batosta politica, quella che mette in crisi il PD. Il partito guidato da Matteo Renzi sta collezionando fallimenti su fallimenti, segnale evidente che le politiche portate avanti non sono piaciute nelle realtà locali.
Il PD di Renzi non ha retto all’onda d’urto della protesta popolare contro le sue politiche inique. Ha preso una solenne bastonatura, perché ha portato il popolo italiano allo stremo, ed ha reagito alzando la voce a colpi di matita. Ormai è prova evidente che i partiti non esistono più, con essi non esistono più i sindacati, oltre a non esistere più la sinistra.
In questi anni le politiche di centrosinistra hanno portato il paese a una condizione difficile, dove ormai nemmeno i numeri ottimistici che ogni giorno si cerca di diffondere tra il popolo, sono stati ignorati, poiché nelle realtà locali quei numeri sono inesistenti. Fanno solletico. Renzi ha portato a pignorare anche i conti correnti degli italiani, ha saputo solo salvare le banche, ha aumentato le tasse, ha fatto una legge sul lavoro che ha portato ulteriormente alla schiavitù il mondo del lavoro. Insomma, la scelta degli elettori è stata precisa e certosina, hanno preferito la libertà al posto dello stato di polizia, caratteristica del centrodestra e della sinistra.