Gli italiani hanno salvato la banca pop di Bari con 900 milioni di euro
Come sono bravi i politici a fare propaganda, a erigersi come salvatori della patria, quando c’è da salvare le banche. È il caso che la smettessero di dire noi abbiamo, semmai devono dire gli italiani hanno fatto.

Come sono bravi i politici a fare propaganda, a erigersi come salvatori della patria, quando c’è da salvare le banche. È il caso che la smettessero di dire noi abbiamo, semmai devono dire gli italiani hanno fatto. Ed ecco che ci ritroviamo dinanzi ad un’altra banca fallita e bisogna tutelare i risparmi dei correntisti. Gli italiani per questa operazione salvataggio devono sborsare altri 900 milioni di euro.
Per il rilancio della Banca Popolare di Bari il governo intende creare una Banca di investimento con la ricapitalizzazione di Mediocredito centrale (banca del Mezzogiorno) attraverso un finanziamento da 900 milioni di euro a Invitalia. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Le norme vogliono contribuire al superamento del gap sullo sviluppo economico tra nord e sud. Le risorse per il salvataggio della Banca Popolare di Bari arrivano dal fondo del ministero dell’Economia destinato “alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali”. Le risorse sono “iscritte sul capitolo 7175 dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze”, rifinanziato per il 2020 “con la Sezione II” della legge di bilancio approvata nel 2018.
Una presa per i fondelli per illudere i cittadini italiani, ma soprattutto quelli meridionali, in maniera tale che credano ancora alle dicerie di una politica che continua a sbagliare. Invitalia non è altro che l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, società al 100% di proprietà del ministero dell’Economia. Questa agenzia già ha fatto molti guai. Ora con il decreto si autorizza “un finanziamento a Invitalia fino a 900 milioni di euro nel 2020” per rafforzare il patrimonio di Mediocredito centrale “affinché possa promuovere lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento che possano accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane”.
Tutto quello che fanno questi signori eletti, lo fanno con i soldi degli italiani e non certamente con i soldi dei loro partiti. È la banca d’Italia che va riformata. Non è più pensabile che chi deve controllare non controlla, e poi le banche arrivano al fallimento senza che nessuno sa niente. Certamente la banca popolare di bari non è l’unica che rischia, ci sono altre banche che prima o poi faranno scoppiare il bubbone e gli italiani dovranno mettere meno alla tasca per ripianare la cattiva gestione della banca da parte dei manager.