Primavera 2003. Roma. All’interno di una sala dell’Università della Musica, la cantautrice e musicista, Grazia Di Michele, sta svolgendo una lezione di Canto con un’ allieva, quando la ragazza manifesta un disagio nell’osservare, mentre canta, la propria immagine riflessa in uno specchio posto sulla parete di fronte a lei.
“Prof, le spiace se provo la canzone di spalle?…”, domanda Giulia, studentessa ventenne di Economia con la passione per la musica.
“Certo che mi spiace, Giulia!…”, risponde la Di Michele, continuando: “Lo sai, l’ho spiegato a te e agli altri mille volte: lo specchio serve per concentrarsi meglio e per migliorare la propria espressività e, di conseguenza, l’interpretazione…”.
“Lo so, Prof, ma per me è difficile!…”, esclama la ventenne, subito interrotta dalla sua insegnante: “Difficile?, perché?…Eh, no Giulia, così non va bene, non va per niente bene!…Eppure sei grandicella, dovresti risolverlo questo problema con la tua immagine!…Che poi, cosa c’è che non va nel tuo aspetto?…”.
“Eh, prof, magari lo sapessi!…Il fatto è che al Liceo, i miei compagni di classe non facevano che altro che prendermi in giro per le mie orecchie a sventola e per i miei chili di troppo…L’insulto meno offensivo era: “Dumbo”, perché ,ovviamente,risultavo simile all’elefante del cartone della Dismey… E adesso è come se ,ogni volta che canto, e che mi osservo, mi venissero in mente quegli insulti…, spiega la ragazza, in preda all’emozione.
“Senti, Giulia, tu sei una ragazza forte e piena di talento, non hai proprio nulla di cui vergognarti!…”, la incoraggia la Di Michele, continuando: “Lascia che ti racconti qualcosa: tu sai che io , per lavoro, sono spesse volte ospite in trasmissioni televisive…Be’, tu non puoi sapere quante colleghe non fanno altro che dirmi di correre dal chirurgo per un “ritocchino”…Mi dicono che ormai , quando canto, sul volto si vedono le rughe, che la fronte non è più liscia e spianata e che sotto gli occhi ho certe borse!…e sai cosa rispondo loro?, quello che rispose molti anni fa un’attrice italiana famosissima, Anna Magnani, alle stesse osservazioni e cioè che le rughe devono restare tutte lì dove sono, ognuna al proprio posto , perché ogni ruga è un istante della vita, un’esperienza, l’impronta di un ricordo, una canzone, un segno: il segno della mia musica!…e se svanisse, come per magia, da un giorno all’altro, grazie a un bisturi, io non mi riconoscerei più!…Insomma, Giulia, voglio dire che il tuo aspetto, il tuo volto, vanno benissimo così, non c’è nulla di cui tu debba vergognarti!…Quando canti, il tuo volto si accende e illumina tutta la stanza e , allora, diventi bellissima!…Non lasciare che canoni di bellezza imposti dalla società condizionino il tuo talento e la tua vita!…Lotta, piuttosto, per realizzare i tuoi sogni e non credere alle bugie che ti racconta lo specchio o chi per esso: ciò che vedi , esiste solo nella tua mente, non è la realtà, non sei tu, ma solo il riflesso di ciò che tu pensi di te!”.
“Grazie per l’incoraggiamento, Prof!, ma, almeno per il momento, non penso di farcela!…”, replica Giulia, prontamente redarguita dalla Di Michele: “Cosaaa?..Stai scherzando, non è vero, Giulia?…sai cosa vuol dire questo?… vuol dire che se ti vergogni di te, della tua immagine, non potrai presentarti in pubblico per cantare, a meno che tu non voglia farlo dando le spalle al pubblico!…ma non mi sembrerebbe educato da parte tua!…Senti, facciamo una cosa: ti aiuto io ad affrontare questo problema…Adesso,dammi la mano, andremo insieme a guardarci allo specchio e, insieme, fidati di me!, in quello specchio, vedremo solo un segno: il segno della Musica!…”.
“Ho lavorato tanto su me stessa e ho avuto la fortuna che, quando ho iniziato , di cantautrici, in Italia, non ce n’erano. La strada mi è stata facilitata dall’incontro con un discografico illuminato, Vincenzo Micocci. Trovare una donna che scriveva con la sorella canzoni sulla condizione femminile, fornendo un album come “Cliché”, pieno di spunti polemici e importanti, era una cosa da non sottovalutare. Non mi sento una grande bellezza, ma sicuramente la bellezza aiuta le donne, non gli uomini. Sia agli interpreti che ai cantautori del panorama italiano non è mai stata richiesta una prestanza fisica. Nelle donne aiuta sempre, non solo nella musica. Ma non ho avuto vicino discografici che hanno strumentalizzato il fatto che non fossi proprio orrenda, ma neanche Claudia Schiffer. Sono sempre stati più importanti i contenuti. E’ il tema per cui ho combattuto. Le donne devono essere libere di scegliere. Penso che oggi si stia facendo un passo indietro”. Così, la cantautrice, musicista e insegnante Grazia Di Michele, in un’intervista rilasciata nel 2019 a Il Giornale OFF, in occasione dell’uscita dell’album scritto a quattro mani con la sorella Joanna.
Nata a Roma, il 9 ottobre 1955, da genitori di origini abruzzesi, sin da adolescente manifesta una certa passione per la musica, esordendo sul finire degli anni Settanta al Folkstudio di Roma, esperienza a seguito della quale pubblica il suo primo album “Cliché”, nel quale affronta tematiche sociali come : la parità dei diritti tra uomo e donna e gli stereotipi usati per descrivere le donne.
Trascorsi cinque anni dall’esordio, nel 1983, incide il disco “Ragiona col cuore”, nel quale racconta storie di donne e di “ricerca femminile”, con la collaborazione, per la scrittura dei testi, della sorella Joanna, dividendosi tra la realizzazione di programmi musicali per la Rai e la gestione del “Johann Sebastian Bar”, locale che diventa punto di riferimento per i musicisti.
Il 1986, però, è l’anno della svolta. Infatti, entrata nella casa discografica WEA , incide l’album “Le ragazze di Gauguin”, grazie al quale vince il Premio “Vela d’Argento”, cui segue , nel 1988, il disco “L’amore è un pericolo”, contenente il singolo di punta “Solo i pazzi sanno amare”, scelto come brano- sigla del Festivalbar.
Nel 1990, affermatasi con la canzone “Io e mio padre”, presentata in gara al Festival di Sanremo, insieme con Nicolette Larson ,che propone il brano nella versione in inglese, realizza un nuovo disco, “Raccolta”,contenente due canzoni inedite.
Tornata più volte, fra il 1991 e il 1993, sul palcoscenico del Teatro Ariston, con le canzoni: “Se io fossi un uomo”(poi incisa da Randy Crawford con il titolo “If were in your shoes”) e “Gli amori diversi”, cantata in coppia con Rossana Casale e ,classificatasi al terzo posto, dà alle stampe gli album “Grazia Di Michele” e “Confini” e collabora con la stessa Casale alla realizzazione del disco di quest’ultima “Alba argentina”.
Pubblicato un homevideo con i videoclip delle sue canzoni (alcuni girati dal regista Gabriele Salvatores), nel 1995 firma un nuovo contratto con la Sony, con la quale, dopo due anni di assenza dalle scene ,per dedicarsi alla maternità, incide “Rudji”, album dalle sonorità etniche.
Diplomatasi in Musicoterapia, registra un disco prodotto da Filippo De Laura, scegliendo la strada della produzione indipendente per dedicarsi ai bambini e ai disabili e intraprendere uno studio sulle sonorizzazioni per ambienti pubblici e privati, sulla base del quale realizza un’incubatrice sonora per bambini nati prematuri, ad oggi, in fase di sperimentazione.
Nel 2003, partita per una tournée in giro per l’Italia con il cantautore e musicista Toquinho, con cui realizza nuove versioni di classici, ospitando sul palco anche personaggi d’eccezione come Gino Paoli, insegna per due anni Canto presso l’Università della Musica di Roma e , per tredici anni, nella scuola televisiva di “Amici di Maria De Filippi”, talent show di Canale5.
Cimentatasi nella recitazione, porta in scena con Maria Rosaria Omaggio lo spettacolo, su testi di Italo Calvino, “Chiamala vita”, patrocinato dall’Unicef,per sostenere i bambini vittime dei conflitti armati e rappresentato anche presso l’Auditorium dell’ONU di New York.
Tuttavia, non trascura la musica e nel 2005 pubblica l’album di inediti , “Respiro”, dedicato alle donne e alla condizione femminile nei Paesi più poveri del mondo, per poi vestire nuovamente i panni di attrice nella commedia “Di’ a mia figlia che vado in vacanza”di Denise Chalém , raccogliendo un largo consenso di pubblico e di critica.
Tornata alla musica, fra il 2009 e il 2012, incide i dischi: “Passaggi segreti”e “Givermy”,contenenti brani incentrati su tematiche sociali , quali: l’immigrazione (“L’ultimo dolore”), la guerra (“Anja del settimo cielo”) e la libertà negata (“Il diritto d’amare”), arricchiti dalle sonorità jazz del pianista e compositore Paolo Di Sabatino e dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese.
Nominata direttrice de “L’Accademia della canzone” presso il Conservatorio dell’Aquila, nel 2015, partecipa per la quarta volta al Festival di Sanremo con la canzone “Io sono una finestra”, cantata in duetto con Mauro Coruzzi (Platinette) e , poi incisa nell’album “Il mio blu”,con cui si aggiudica i premi Lunezia e Cento Radio “per la migliore interpretazione” e sfiora, classificandosi al secondo posto, il Premio Mia Martini ,assegnato dalla stampa.
Nel 2017, l’uscita dell’EP “Anime”anticipa la pubblicazione del Cd, finalista alle Targhe Tenco, “Folli voli”, in cui interpreta ,non solo brani di cantautrici e cantautori internazionali in versione italiana, duettando con Kayah, Kaiti Garbi, Maurizio Lauzi e Ivan Segreto, ma anche la canzone “Come la musica”,scritta e musicata da Bungaro .
Divenuta anche produttrice per il disco “Promesse”, raccolta di 19 canzoni interpretate da altrettanti talenti scoperti durante gli anni di insegnamento , collabora con l’Huffinghton Post e Optima Magazine scrivendo articoli relativi alla musica e alla cultura musicale.
Nel 2019, designata direttrice del Festival di musica d’autore “A tu per tu”, evento tenutosi presso il Teatro Golden di Roma ,a cui prendono parte tra gli altri: Mariella Nava, Bungaro, Syria, Morgan, Rossana Casale, Alberto Fortis e Mimmo Cavallo, presenta in anteprima l’album “Sante Bambole Puttane”.
Esordito in contemporanea come scrittrice con il romanzo “Apollonia”, edito da Castelvecchi, divenuto poi un disco con canzoni in cui tratteggia figure di donna diverse, intraprende un tour promozionale in giro per i più importanti festival letterari, come lo Sponz fest e La Luna e i calanchi.
Ideato il progetto “Cantautrici”, nel 2020, realizza con Rossana Casale e Mariella Nava un tour e un album omonimi, anticipato dai singoli : “Segnali universali” e “Anime di vetro” e nel gennaio 2021 pubblica la canzone ecologista “Madre Terra”, divenuta in poco tempo il brano più scaricato e ascoltato sulle piattaforme digitali, in merito al quale, alla rivista “Elle”, ha spiegato: “La canzone Madre Terranasce come una vera e propria preghiera, tant’è vero che ha lo stesso incipit dell’Ave Maria. La terra ci dà l’ossigeno per respirare, l’acqua per bere, il cibo per vivere: è una madre a tutti gli effetti, con la quale abbiamo perso il nostro rapporto simbiotico. Invece di venerarla e rispettarla, la stiamo distruggendo. Questa canzone è insomma un atto dovuto, anzi, un vero e proprio mantra. Pur non avendola promossa, è entrata nelle playlist di meditazione, viene utilizzata nelle scuole e il gruppo Ribellule l’ha persino coreografata. Quanto ai possibili scenari futuri, sono terrorizzata. Hanno costituito il Ministero della Transazione Ecologica, ma sono le persone, non i ministeri, a cambiare la vita. Vedremo dunque cosa farà. Di certo servono scelte drastiche e soprattutto l’impegno personale di ognuno di noi. Mentre si parla di “green” si continua infatti ad aprire piattaforme in Basilicata, per non parlare del disastro che si è consumato in Amazzonia. Non basta riempirsi la bocca di buone intenzioni, se poi a casa si spreca l’acqua, si usano i sacchetti di plastica, non si differenzia la spazzatura. Bisogna cambiare la mentalità: è la presa di coscienza, non la norma, che fa la differenza. Ma bisogna incominciare subito…”.