Il premier Conte questa mattina inizia l’iter per chiedere la fiducia nei due rami del parlamento. Gli italiani non gradiscono questo governo e lo hanno dichiarato esplicitamente in un sondaggio commissionato dal Corriere della Sera. I numeri in bilico ci sono solo al Senato, dove in molti sperano in uno scatto di orgoglio da parte dei senatori del M5S, che possa rimandare Conte dal capo dello stato e consegnare il mandato non avendo ottenendo la fiducia. Un sogno, poiché i parlamentari grillini non hanno il coraggio di rimanere nella storia come quei politici che non hanno accettato l’inciucio poltronistico col PD.
Rimarrà un sogno di chi ha creduto nel M5S. Nonostante la piattaforma abbia accreditato la fiducia in questo esecutivo, i veri elettori, quelli che faranno uscire il responso dalle urne, molto probabilmente hanno già eliminato il movimento dalle loro scelte elettorali. Sono in tanti a dire che il movimento è finito. L’Italia è piena di partiti nati e morti in una legislatura.
L’errore più grosso l’ha commesso il fondatore del movimento, Beppe Grillo, che in dieci anni ha creato una forza di governo, e in meno di tre settimane l’ha distrutta. Ormai il sentimento popolare, rimasto inascoltato da parte del leader del movimento, è quello di un disprezzo sia nei confronti del padre fondatori sia nei confronti di tutti i parlamentari che rappresentano il movimento. Un cambio di rotta repentino da parte degli elettori dopo la scelta di allearsi con il loro nemico politico storico. Alle ultime elezioni politiche una buona parte degli elettori ha dato fiducia al movimento, e l’ha fatto per mandare via Renzi e compagni dal governo. Tutto andato a vuoti, perché i grillini si sono alleati proprio col PD, demolendo la fiducia degli elettori. Ora il movimento è come tutti quelli che in passato hanno fatto i voltagabbana durante la legislatura, avevano anche voce in capitolo, ma il ritorno alle urne li ha spazzati via definitivamente. La stessa sorte ora tocca al movimento: è destinato a scomparire a fine di questa legislatura. La colpa è tutta di Beppe Grillo, artefice primario di questa alleanza che non piace ad una buona fetta di elettorato italiano.