La via maestra per rilanciare i consumi delle famiglie è l’occupazione. I temi del lavoro devono essere al centro delle politiche di sviluppo del nostro Paese: abbiamo bisogno di regole chiare e di più coraggio per ridurre il costo del lavoro e far ripartire le retribuzioni. Abbiamo bisogno di mettere più soldi nelle tasche di chi lavora, in particolare dei salari medi, quelli che hanno più sofferto durante la crisi. Quella del salario minimo è la strada sbagliata da percorrere. Ci vuole una flat tax sugli aumenti salariali al di sopra dei minimi contrattuali. Una detassazione degli incrementi retributivi per tre anni potrebbe lasciare nelle tasche degli italiani 2,1 miliardi all’anno. Diminuire le tasse per imprese e famiglie farebbe registrare un incremento dei consumi. Risorse che si trasformerebbero in una spinta di diversi miliardi di euro che rimarrebbero nelle tasche dei cittadini. La spesa delle famiglie aumenterebbe facendo calcare la morte delle attività commerciali. La detassazione potrebbe darci nel 2020 circa 9 miliardi di spesa delle famiglie in più, facendo finalmente ripartire il motore dei consumi e quindi la crescita. Tasse è burocrazia sono i due punti su cui si gioca il futuro del paese.
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