Categories: Cronaca

I lavoratori ci sono, sono gli schiavi che mancano

Ogni giorno dobbiamo subirci prediche dei professori dell’occupazione sul fatto che le aziende non trovano personale. Aziende che avrebbero bisogno di lavoratori, di figure professionali, ma non le trovano. A volte se chiami le aziende per avere un colloquio, le stesse aziende che dicono di non trovare personale, ti rispondono che sono pieni. Che stranezze.
Ma al di là di questa nobile apertura, va detto che il lavoro vero in Italia non esiste. Spesso gli unici lavori che si trovano sono rilegati nei servizi. Angenti immobiliari, agenti assicurativi, call center, o altre forme di lavoro che non rientrano nel paniere della produzione, ma offrono servizi, giustamente. Però provate a chiedere a quanto somma la retribuzione in questi settori, la risposta è 400-500 euro massimo. Cioè una persona deve lavorare un mese intero, forse mettendoci anche la macchina per andare a lavoro, poiché mezzi pubblici non ci sono, e deve guadagnare 500 euro.
Sempre quei grandi intellettuali dell’occupazione dicono che nel settore recettivo non si trova manodopera professionale. Ma come, gli istituti alberghieri ogni sfornano centinaia e centinaia di studenti pronti a scendere in campo per lavorare. Provate a chiedere la retribuzione per un barista, un cameriere, un cuoco, la risposta è sempre la stessa. Baristi a 12-15 euro al giorno e spesso lavorano anche 12 ore al giorno. Camerieri a 20 euro al giorno con orari cardiopatici. I cuochi, che dovrebbero guadagnare bei soldini, al massimo arrivano a 40 euro al giorno.
La musica non cambia nemmeno negli altri settori, dove c’è uno sfruttamento della manodopera a basso costo. E non riguarda come solito si vuol far credere gli immigrati, riguarda da vicino gli italiani. Perché spesso si vuol far credere che gli italiani non vogliono lavorare, non è vero, lavorano, e si devono pure accontentare, altrimenti il disperato di turno gli imprenditori lo trovano sempre.
Tutto questo deficit economico è colpa dell’Europa e dell’euro. L’Europa, perché in tutti questi anni ha imposto all’Italia l’austerità come strumento di sviluppo, che ha causato l’innalzamento delle tasse fino a fare toccare il 70% di pressione fiscale nel reale. L’euro, perché ha svalutato la lira e costretto ad aumentare i prezzi adeguandoli alla nuova moneta, ma non ha fatto alzare i salari e le paghe giornaliere. Se prima a un giovane davi una paga di 30mila lire lo facevi signore, oggi se gli dai 15 euro lo offendi e lo hai reso povero. Gli unici che si sono aumentati lo stipendio senza problemi, sono stati i politici, che da 13milioni di lire adeguarono il loro salario a 13mila euro. I lavoratori ci sono, sono gli schiavi che mancano.

Redazione

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