ROMA- Ho vissuto per sei anni nella capitale, ci vado spesso per lavoro, porto con me immensi ricordi di una città che mi affascina e che il simbolo della storia, oltre ad essere per eccellenza la città eterna. Sono un casertano che ama la città di Roma. Mi sono sempre trovato bene, anzi, benissimo. Certo, come tutte le capitali del mondo anche Roma ha le sue lacune, che ogni amministrazione, centrodestra o centrosinistra, non è mai riuscito ad arginare. È una capitale, quindi una città difficile. Gestire una città come Roma non è per niente facile, ma è anche vero che spesso le amministrazioni comunali non sono riuscite a gestire nemmeno l’ordinario.
Il caso di Marino però mi lascia l’amaro in bocca: era un sindaco che stava cercando di portare avanti un lavoro concreto. Attribuirgli responsabilità su mafia capitale non è del tutto giusto in quanto il sistema c’era già da tempo, ciò significa che mai nessuno si è interessato. Ma i funerali dei Casamonica ha portato al centro dell’attenzione un fenomeno esistenze nella sua ampiezza. Ma Marino che c’entra? È una domanda a cui non riesco a dare una risposta. Per quanto riguarda mafia capitale invece il discorso è più ampio, perché stiamo parlando di un sistema malavitoso che ha tentacoli dappertutto e non esistita solo nell’era Marino. Anche qui mi sono chiesto allora cosa c’entra Marino? Al massimo poteva continuare nel lavoro di gestione degli appalti in maniera oculata, cercando di tenere lontano soggetti poco chiari. Ma un consiglio comunale come Roma ha al suo interno tanti uomini e donne che difficilmente riesci a tenerli tutti sotto controllo, quindi lo svarione può uscire fuori tranquillamente. Come è difficile tenere sotto controllo l’intero sistema comunale. Quindi mi chiedo: perché tutte le colpe sono ricadute su Marino?
Scrivo da tempo, e vi piaccia o no, che ci troviamo alla vigilia dell’instaurazione di un regime privo di democrazia ma pronto invece a usare qualsiasi mezzo per esibire il proprio potere e per colpire i propri avversari e tutti quelli che non fanno parte del gruppo di fuoco. Questa nuova classe dirigente, d’altronde come lo era anche la vecchia, considerano il popolo sudditi. Ed ecco che il caso Marino dà la prova che qualcosa in Italia sta scivolando verso il basso. Il fatto che a soli due anni di distanza sia uscito fuori l’uso della carta di credito comunale per una cena, ahimè, gesto sconsiderato, la dice lunga però sul fatto che il tutto venga fuori solo ora, in un momento dove gli attacchi al sindaco sembravano peggio dell’artiglieria di una contraerea.
Ora arriverà un nuovo sindaco, sarà scelto dal potere politico, eletto dal popolo, ma alla fine se non piace più sarà fatto fuori come è stato fatto fuori Marino. Allora mi chiedo: questi signori pensano mai al bene dei romani?. Pensano mai a persone come me che amano la città di Roma? Pensano mai all’esclusivo bene della città di Roma? Dubito che lo facciano, altrimenti a Marino gli sarebbe stata data la possibilità di fare una nuova giunta e continuare il mandato per il bene dei romani e di chi Roma è innamorato.