I sentimenti al tempo del web: un convegno esplora le nuove geografie dellʼanima
Internet ha cambiato per sempre il nostro modo di relazionarci al prossimo e, più in generale, di comunicare. Da queste metamorfosi non è immune neppure l’amore, una forza in grado di condurre, con uguale intensità, alla salvezza o farci sprofondare negli abissi della disperazione.

Internet ha cambiato per sempre il nostro modo di relazionarci al prossimo e, più in generale, di comunicare. Da queste metamorfosi non è immune neppure l’amore, una forza in grado di condurre, con uguale intensità, alla salvezza o farci sprofondare negli abissi della disperazione. É difficile esplorare un sentimento che – per la sua stessa natura – sfugge ad ogni definizione. Oggi più che mai. Di questo e di molto altro ancora si è parlato nell’importante convegno “L’amore nell’era del web: implicazioni, relazionali, sessuali e di comunicazione nella coppia”, che si è svolto a Pozzuoli, il 1° febbraio, presso l’istituto di alta formazione Multicenter School. Un incontro voluto fortemente dal Dott. Francesco Mangiapia (Urologo Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli). Dopo i saluti iniziali di Domenico Schioppo, Preside dell’istituto, i relatori hanno offerto un originale contributo su un argomento ricco di sfaccettature. Nelson Mauro Maldonato (P.O. di Psicologia Clinica Università’ Federico II di Napoli) ha affermato che “l’eclissi dell’incontro che pregiudica il vissuto delle emozioni” è la cifra distintiva di tutti i rapporti che si consumano sul web, un elemento deleterio che indebolisce e corrompe le relazioni umane. In questo senso, i social ci restituiscono una cartina del disagio psicologico quanto mai allarmante. Riccardo Villari (presidente della Fondazione Idis – Città della Scienza – Università’ Federico II di Napoli) ha, tuttavia, suggerito alla platea di non lasciarsi spaventare da questa considerazione oggettiva e di aprirsi, con le dovute cautele, ad un mondo virtuale “dalle infinite possibilità e ancora tutto da esplorare”, perché solo attraverso la conoscenza possiamo essere liberi pensatori. Francesco Mangiapia è ripartito dai dati di un sondaggio del 2019 per il suo poliedrico intervento. Secondo questa ricerca, gli italiani preferirebbero Internet ai rapporti intimi. La saturazione del sesso – inoltre – si accompagna paradossalmente ad un’ignoranza, in materia, senza precedenti. Lʼostentazione del sesso in rete ha prodotto unʼeccitazione diffusa ma caratterizzata da tratti frigidi, spesso addirittura deviati, contro cui è necessario agire prima che sia troppo tardi. Il 70% degli uomini che si rivolgono ad un andrologo, lo fa per gli effetti a medio e lungo termine dell’abuso del cybersex. Parole pregne di riflessioni, riprese anche da Domenico Falco – Presidente Corecom Campania– che ha invitato tutti a tenere alta l’attenzione sui giovani perché “sono fragili rispetto alla spazzatura che circola in Internet”. In uno scenario apocalittico alla Blade Runner, Don Vittorio Zeccone (Padre Vocazionista – Associazione S. Mattia Onlus) ha lanciato un monito contro l’utilizzo senza etica della tecnologia e sui rischi che gli umanoidi – sempre più simili a noi – possano un giorno dominarci, perché “chi previene i tuoi comportamenti, ti tiene in pugno”. L’incontro ha così analizzato, sotto diversi punti di vista una malia complessa, non certo priva di spine dolorose, ma senza la quale vana è la nostra esistenza. L’uso sempre più smodato di Internet e dei social network a discapito dell’approccio dal vivo, ha reso tutti più deboli, più fragili, delineando nuove solitudini e inquietudini urbane. Da qui, la necessità di un’inversione di rotta, per riappropriarci della nostra umanità.