Dopo la fine della prima Repubblica, con essa scomparve anche l’ossatura del centro costituita dalla potenza politica della Democrazia Cristiana. Da quel 1992 non c’è stata più una forza politica n grado di ricostruire quel centro forte capace di contrastare l’ascesa della sinistra. Il centro debole venuto fuori dalle continue scissioni dalla vecchia DC, si è collocato dappertutto, perdendo sistematicamente credibilità fino a scomparire del tutto rinascendo, poi, in nuove formazioni che hanno fatto la fine delle precedenti.
In vista delle prossime consultazioni politiche che ci saranno del 2023, già è partita quella macchina, ormai consolidata, di vecchi esponenti politici pronti a riformare quel centro che fu la DC. È ripartita la grande corsa al centro, con lo stesso entusiasmo dei cercatori d’oro, anche se da tempo immemorabile quella terra di nessuno è più un luogo meramente geografico che politico.
Ogni volta che si aprono le porte di nuove elezioni immediatamente riemerge il fantasma del “grande centro” che dovrebbe abbracciare politici sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Ormai è diventato un classico sia per il centro sia per la sinistra che, sulla stessa scia, tenta sempre di costruire una aggregazione nuova, ma fallisce miserabilmente dopo il voto non riuscendo, in alcuni casi, ad entrare nemmeno in parlamento.
A prescinde dal fatto che ci vorrebbe una nuova legge elettorale in grado di stabilire i giusti equilibri per governare la nazione, ma ci vogliono anche figure nuove capace di spazzare via la vecchia nomenclatura politica che continua a tentare di costruire qualcosa di centro. Alla fine sono solo operazioni di Palazzo per racimolare quella risicata percentuale che gli consente di entrare in parlamento. L’esempio più illuminante resta quello del professor Monti, la cui resistibile ascesa ai vertici della politica diede vita a Scelta civica, che si dissolse in Parlamento dopo una non brillante prova elettorale nonostante il traino del premier uscente.
Ogni volta sembra che l’unico obiettivo davvero unificante per formare un centro è favorire un assembramento di truppe sparse, che tentano invano di imitare la vecchia DC. Ignorando che quella era un’altra storia politica, altri uomini e donne, inimitabili e irraggiungibili, poiché loro hanno ricostruito l’Italia, chi è venuto dopo l’ha annientata. Quindi la vecchia Dc si ricostruisce senza gli attuali politici, soprattutto, senza quelli che quella DC l’hanno distrutta.