Gio. Giu 8th, 2023

In queste ore si legge dell’esultanza dei cinque stelle perché il loro reddito di cittadinanza ha prodotto lavoro. Stabiliamo che è solo il 2% di quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza che, dicono i numeri, ha trovato un’occupazione. Il reddito di cittadinanza finora è costato più di cinque miliardi di euro. Un botto.

Ma c’è una cosa che deve preoccuparci e non di poco: ci sono persone che sono iscritte nelle liste di collocamento da trent’anni, a questi soggetti non è mai stato trovato un lavoro. Persone eternamente disoccupate. Ci devono spiegare come mai a questi del reddito di cittadinanza subito trovano il lavoro e quelli del passato No. Come ci devono spiegare come mai quelli di prima rimangono disoccupati e i percettori del reddito, come dicono, trovano il lavoro, significa che è stata aperta una corsia preferenziale che non tiene conto di chi da 30 anni è iscritto nelle liste. Vuol dire che nel passato non ha mai funzionato nulla e gli uffici di collocamento erano solo una macchina pubblica inutile. Altrimenti significa che il reddito non deve apparire un provvedimento assistenzialistico a vita, quindi tirano fuori numeri incoraggianti per “illudere” gli elettori. E sì, perché quando si fanno proclami di natura politica, bisogna spiegare anche che lavoro hanno avuto queste persone, che tipo di contratto e qual è la paga prevista dal contratto. Quando si parla di lavoro, bisogna essere seri, altrimenti è solo propaganda per far credere quello che non è. Bisogna esultare soltanto quando il lavoro trovato dà la garanzia di poter guardare al domani con serenità, e non avere il timore che quel lavoro non ha nessuna forma di garanzia duratura. Bisogna smetterla di parlare di lavoro e occupazione, quando questa è sempre precaria e senza una visione certa per il futuro. Lede la dignità delle persone che da una vita attendono un lavoro vero.