Categories: Cronaca

Il coronavirus forse presente nei pipistrelli già dagli anni “60-70”, ma come ci ha colpiti?

L’epidemia in atto rimane avvolta nel mistero. Ancora oggi non si riesce a capire come ha potuto attaccarci. Si sono fatte tante ipotesi, di diversa natura, scientifica e non, ma cosa sia successo e perché abbia avuto una diffusione capillare in questo modo, l’esatta diagnosi non c’è. Sul tavolo della scienza ci sono ipotesi, supposizioni, teorie, ma ben poche certezze. Tutto le colpe finora vengono attribuite ai pipistrelli, ma non si sa come abbia fatto a fare il salto della specie. Addirittura, il virus potrebbe aver circolato nei pipistrelli già dagli anni ’60 o ’70 del secolo scorso, o addirittura anche prima. Soltanto in un secondo momento, grazie a una situazione favorevole, l’attuale virus si sarebbe “staccato” dal suo omologo e avrebbe iniziato a diffondersi tra gli uomini. Sono studi scientifici pubblicati da un gruppo di ricercatori guidati da Maciej Boni del Center for Infectious Disease Dynamics della Pensylvania State University pubblicato su Nature Microbiology. Secondo lo studio il nuovo coronavirus potrebbe essere rimasto inattivo in tutto il mondo per diversi anni, prima di diffondersi tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 grazie a nuove condizioni ambientali favorevoli.
Quello che più desta preoccupazione, è che i virus esistono nelle specie animali e possono, come ha dimostrato il covid-19, fare il salto di specie e scatenare epidemie devastanti come quella che stiamo vivendo. La scienza si è fatta trovare impreparata, e anche le cure in un primo momento si sono rivelate inefficaci. Il covid-19 ha dimostrato che può distruggere molte vite umane e creare situazioni devastanti sia in termini sanitari sia in termini economici. Sul piano sanitario il coronavirus ha dimostrato che gli umani sono rimasti spiazzati nonostante la ricerca assorba risorse in tutto il mondo. Sono molti gli scienziati che invitano gli stati a mettere in campo risorse per studiare i tanti virus esistenti nella specie animale, affinché si possono, in futuro, contrastare sul nascere altre epidemie dovute al solto di specie. L’attuale epidemia ha dimostrato che oltre al danno sanitario c’è il danno economico. Quindi è opportuno evitare in futuro epidemie da virus del tipo influenzale, ma che non sono la semplice influenza di stagione, ma hanno una potenza devastante che mieta tante vittime. Il covid sta insegnando al mondo intero che deve apportare diverse correzioni sul suo stile di vita. La leggerezza con cui vive lo ha fatto trovare impreparato, l’uscita da questa tragedia costa sacrifici a cui buona parte del mondo non era abituato.

Redazione

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