Categories: Cronaca

Il coronavirus sta dando una grande lezione al Nord e il Sud, da sempre disunito

Dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia non ha più subito momenti di grande terrore. Tranne i terremoti e attentati vari, il timore che il paese potesse precipitare nel baratro non c’è mai stato. Sono dieci giorni che l’Italia vive il peggior incubo dalla fine della seconda guerra mondiale. Il coronavirus sta mettendo a dura prova l’intera nazione, soprattutto, sta mettendo in difficoltà la parte alta della nazione, quella che finora ha mantenuto i fili del gioco.
Quando sei potente usi la forza contro i più deboli. Il potere lo eserciti nei confronti di chi ne ha bisogno. Lo stesso potere viene usato come arma perfetta per indebolire gli altri. In queste ore il nord Italia è afflitto dai focolai di coronavirus e dai contagi a raffica. Il sud guarda in silenzio quello che stanno vivendo gli italiani del nord. Non gioiscono, poiché molti meridionali hanno tanti parenti al nord, ma piangono per tutto il nord senza distinzione alcuna.
Sono certo che in questo momento la parte forte del nord, il potere imprenditoriale e politico, non i comuni cittadini, stanno riflettendo su quello che significa essere colpiti da una tragedia e non sapere come e quando ne esci. Il sud in tragedia è entrato nell’immediato dopoguerra e nessuno si è accorto cosa succedesse la giù. Forse, ora, il nord capisce cosa significa non avere nulla. Quella macchina perfetta, fatta di tanto lavoro e prosperità, si è inceppata in pochi giorni. È bastato un contagio per fermare quasi tutto. Oggi si può capire cosa significa girarti intorno e non sai cosa fare, dove lavorare, la sanità che non resiste alla pressione del virus. Il nord lo sta vivendo in un momento di emergenza, il sud, in maniera diversa, le difficoltà l’ha vissute e lo vive nella quotidianità.
Solo ora il nord può capire cosa ha passato il sud. Probabilmente dopo la fine di questa tragedia, il nord sofferente guarderà con occhio diverso i fratelli italiani del sud. Capirà che è stato un grande torto lasciarlo nell’emarginazione, nel sottosviluppo, in mano alle mafie, senza lavoro. Capirà che è stato commesso un grave errore nei confronti di una parte del paese. Quella parte bassa, che se fosse stata messa nelle stesse condizioni di vita della parte alta, oggi anche il nord si sentirebbe più forte dinanzi a questa enorme tragedia.

Redazione

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