Il falso rottamatore

ROMA- Siamo alle battute finali dei giochi preliminari prima che inizia ufficialmente la campagna elettorale, quella che poi impone alla stampa la par condicio. Chiuso il cerchio intorno alle candidature si apre lo scenario delle promesse facili da parte di tutti. Il partito che più di tutti esce danneggiato dall’anteprima della campagna elettorale è il PD di Matteo Renzi. La composizione delle liste del PD hanno dato una mazzata al partito. Ed è nelle realtà locali dove si registra il più grande malumore da parte degli elettori. Lì dove i voti devono uscire l’elettorato non gusta le scelte fatte dall’alto mettendo da parte i territori.
Ma quello che penalizza il PD ma, soprattutto, Matteo Renzi, è il fatto che esso è arrivato alla ribalta della politica nazionale grazie alla sua posizione di rottamatore delle vecchia politica. Cosa non più avvenuta, perché proprio la rottamazione non è più il cavallo di battaglia di Renzi. La gente l’ha capito ora che ha letto i nomi dei candidati. Si è resa conto che Renzi ha usato quel termine per arrivare alla guida del governo, ma non ha mai avuto intenzione di rottamare nessuno.
Nella giornata di ieri ha gioito anche sulla posizione presa da romano prodi, un altro che ha distrutto la nostra amata Italia ed oggi vuole ancora avere parola in capitolo. Uno che doveva essere rottamato e mai più doveva avere la parola all’interno del PD, invece Matteo Renzi lo rivaluta. Ha rivalutato persone come De Mita dando un seggio sicuro al nipote Giuseppe, oppure Casini, che corre nella Bologna rossa. L’elenco dei rivalutati è lungo, e spiega come Renzi abbia solo usato il termine rottamazione per illudere gli elettori, ma in effetti quel termine serviva a lui personalmente per crearsi l’alibi del rinnovatore. L’ha dimostrato anche durante la sua permanenza a capo del governo che non ha avuto lo spirito per essere veramente un rottamotore. L’alibi è finito, ora gli elettori sono pronti a riflettere e di sicuro prenderanno posizioni di rottamatori.