Domani c’è il fine settimana più temuto, quello che porta migliaia di giovani per le strade e affollano i locali della movida. Gli stessi gestori sono preoccupati dalla scorrettezza dei giovani. È difficile tenerli a bada. Già nei giorni scorsi si sono registrate situazioni di assembramenti scorretti non appena è iniziata al fase due. Gli atteggiamenti dei ragazzi era simile alla fine di tutto. Si festeggiava, infatti, come se il virus fosse scomparso. Non è così, e molti governatori e sindaci hanno fatto sentire la loro voce ammannendo che se le cose continuano così si richiude di nuovo tutto. Da tre mesi chiusi in casa i ragazzi l’altra sera sono usciti in piazza e hanno fatto festa. Mica gliel’hanno spiegato che la fine del lockdown non coincide con la fine del virus, anzi.
La gente ha voglia di uscire, di condividere anche solo un caffè, un pranzo, un aperitivo. Anche distanti, non importa, va bene lo stesso. Ma tutto deve essere condito da un atteggiamento responsabili per evitare che risalgono i contagi, e poi finire di nuovo tutti tappati in casa.
Quello di questa settimana è il fine settimana più pericoloso, poiché coincide con la riapertura di tutto, l’eliminazione di molte restrizioni, quindi può creare non pochi problemi. Ai giovani va detto che creare assembramento non è possibile. Non indossare la mascherina e la distanza di sicurezza non è consentito, insomma, le regole ci sono e vanno rispettate per se stessi e per gli altri. Ha fatto bene il governatore della Campania che ha imposto la chiusura dei locali della movida la chiusura alle ore 23.00. Non è una imposizione ma una necessità per evitare che la movida si muova fino a notte fonda. Forse determinare degli orari non è del tutto una cattiva idea, anche perché gli stessi gestori dei locali vanno in affanno quando si crea una calca che è difficile da gestire.
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