In Italia i partiti nascono e muoiono in un giro di una legislatura. Vale anche per i movimenti politici. L’esempio lampante lo dimostra la nascita e la fine del M5S. Dopo dieci anni dalla sua nascita, appena giunto al potere, prima con la Lega e poi col PD, ha distrutto tutto la sua natura iniziale. L’alleanza con il PD è stata la più drammatica, poiché in meno di dieci mesi, il movimento rischia di finire. Forse il gioco perfetto l’ha fatto proprio il PD, ovvero, Matteo Renzi, che è stato l’anima dell’alleanza. Infatti Renzi ha lavorato per far formare il governo e poi ha lasciato il PD.
Ma i guai li vive il movimento, con una fuga dei parlamentari e, soprattutto, cosa più grave, la fuga imponente dell’elettorato che gli ha dato fiducia il quattro marzo.
Ora Di Maio si accinge a lasciare la carica di leader del movimento. Lo fa a pochi giorni dalle elezioni in Emilia Romagna e Calabria, sapendo che può essere una disfatta simile a quella già accaduta in Umbria.
Il vero problema del movimento è l’alleanza col PD e l’Idea di Grillo di collocarlo nell’area di sinistra. La sinistra in Italia non è più un elemento politico gradito all’elettorato. Il movimento non doveva spingersi in una ideologia politica che è perdente. Purtroppo le politiche portate avanti dal movimento sono tutte incentrate a sinistra, quindi poco invoglianti per risolvere i veri problemi del paese. Come fa politiche solo ambientaliste, che poco interessano all’elettorato che si muore di fame e non ha lavoro. Il M5S è diventato una macchia nel panorama politico e non quella risorsa che doveva portare al cambiamento tanto sbandierato. Hanno sbagliato tutti, primo Beppe Grillo, poi Casaleggio junior, per passare al capo politico e tutti i parlamentari. Anche i grillini nei territori hanno sbagliato, tanto che oggi nelle realtà locali il M5S è quasi ignorato. Tanti fattori, che hanno portato alla distruzione di un progetto politico che poteva rappresentare la svolta per il paese. Quello che è stato gridato nelle piazze ha fatto a cazzotti con la realtà riscontrata una volta al potere. Le parole vanno bene per fare campagna elettorale, essere anti casta è stato il motore del successo ma, poi, governare l’Italia, con i suoi innumerevoli problemi, si è rivelata un’impresa talmente ardua che alla fine quello che si è promesso è morto sul nascere. Oggi il movimento cinque stelle è allo sbando completo, difficilmente riuscirà a risalire la china, perché anche se ci sarà un nuovo capo politico non risolve nulla, è l’alleanza col PD che deve finire, poiché da lì è partita l’agonia del M5S.