Dopo la disfatta politica dell’elezione del capo dello stato, tutti i partiti si interrogano sul fallimento politico del parlamento italiano. Nessuno lo ammette, ma in cuor suo tutti sono coscienti che c’è stato un vero e proprio collasso della politica italiana. In questo collasso entra a pieno titolo il M5S, che in questi tre anni di legislatura ha demolito tutto quello che aveva costruito in dieci anni. Anche per loro è arrivata la tutela della poltrona, altrimenti potevano fare la differenza in ambito parlamentare per eleggere un nuovo capo dello stato. Niente, si sono fidati di Letta e del PD, cosa che ha portato una seria riflessione anche tra i parlamentari grillini, che ora vogliono vederci chiaro.
Nessuna scissione, anche se “è evidente che questo è il momento di un chiarimento”, dice il leader del M5s Giuseppe Conte, in un’intervista al Fatto Quotidiano in cui ricostruisce i giorni delle trattative fra le forze politiche per l’elezione del presidente della Repubblica. E “stabiliremo tempi e modi per un confronto trasparente”, spiega. All’indirizzo di Di Maio: “dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità”. Sul nome di Elisabetta Belloni, sottolinea, c’è stato “un blocco trasversale” ma “mi fido di Letta”.
Ecco, fidarsi del PD, lo stesso partito che faceva dire ai vertici del M5S mai col PD. In questi tre anni si sono rimangiati tutto quello che avevano promesso in dieci anni, riempendo le piazze di gente stanca della vecchia politica, del suo modo di operare, dei tanti intrallazzi che avvenivano nelle stanze chiuse dei palazzi romani. La gente ci ha creduto portando il movimento al 33% alle scorse politiche. Una percentuale che oggi non esiste più.
Oggi quel movimento è solo un vecchio ricordo. È solo un fantasma di quello che era. Sarà anche impossibile ricostruire quel movimento: la gente non si fida più di chi è stato mandato a Roma per aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, e invece il tonno è rimasto ben chiuso nella scatoletta. Cosa che è peggiorata con Giuseppe Conte che, essendo molto filo PD e sinistra, ha trasformato i connotati di un movimento che era nato libero e doveva continuare ad essere libero dagli altri partiti.