ROMA – L’Italia è l’unico Paese del G7 che nel secondo trimestre del 2018 ha registrato un rallentamento della crescita. È quanto ha sottolineato l’Ocse commentando le ultime rilevazioni del Pil. Il prodotto interno lordo italiano, infatti, si è mosso in controtendenza rispetto a quello dei principali Paesi industriali.
Ma dire che è colpa di questo governo è la stupidaggine più grossa che si possa ascoltare. Finora il governo non ha apportato nessun provvedimento economico che possa fargli attribuire responsabilità in materia, semmai si stanno accrescendo le politiche sbagliate del passato che oggi fanno registrare il calo.
L’economia italiana non si regge più come una volta sulla produzione, ora sono i servizi a farne da padrona e si sa che i servizi non producono la stessa ricchezza della produzione. Il Pil cresce se c’è produzione, e l’Italia purtroppo ha visto cadere negli ultimi quindici anni tutta la sua produzione prodotta dalle piccole e medie imprese.
Il governo è entrato in una fase delicata del paese, una fase di arretramento dell’economia non semplice, dove, appunto, la produzione non è quella di un tempo. L’esecutivo Conte deve concentrare le sue energie sulla pace fiscale, sul reddito di cittadinanza e sulla flat tax, come base di partenza. Provvedimenti da attuare subito senza perdere più tempo.
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