Ven. Set 29th, 2023

La classe politica italiana nei giorni addietro si è esaltata sulla crescita del Pil italiano nel 2021, quel 6,5% in più del 2020 che onestamente è difficile cogliere nella vita di tutti i giorni. Nella vita di tutti i giorni non sembra che le cose vadano come dicono i numeri.

Ieri l’Istat ha pubblicato una ricerca svolta proprio a fine del 2021 che spiega molto di quel che è accaduto e sta accadendo all’economia italiana. La ricerca “le imprese italiane dopo l’emergenza Covid 19”, raccoglie le risposte fornite da 970.181 imprese (di cui 11.792 chiuse senza alcuna previsione di riapertura) nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi che corrispondono al 22,2% delle imprese italiane, ma producono il 93,2% del valore aggiunto nazionale e impiegano 13,1 milioni di lavoratori, pari al 75,2% degli addetti totali. Questo significa che le difficoltà esposte dagli imprenditori, si traducono in disoccupazione e difficoltà per le famiglie, ed è quello che si percepisce sul campo. Infatti 753 mila imprese (il 77,6% del totale) è quasi invisibile, occupando fra 3 e 9 addetti in organico. A loro l’Istat ha chiesto molte cose su una ripresa che non è così evidente da quell’osservatorio.

Sul fronte Pnrr l’Istat ha chiesto se si aspettano la possibilità di riemergere. Ebbene,  la risposta non è stata quella che ci si sarebbe attesi: “Se non nulla, davvero poco. A noi quei soldi non servono un granché, perché vincolati ad obiettivi di spesa e di investimenti che non fanno parte del nostro core business”. Più delle metà quindi non “li considera rilevanti come traino dell’attività”, appunta l’istituto di statistica. Che poi spiega: “il giudizio riguarda sia le misure legate alla transizione ecologica sia quelle inerenti le infrastrutture e la mobilità sostenibile, che hanno evidentemente un orizzonte di sviluppo più lontano”.

Finora abbiamo assistito solo a proclami del mondo politico. Senza però considerare che tutti i soldi che oggi loro elogiano sono debiti che qualcuno deve pur ripianare. Quindi si sta perdendo di vista la vita vera degli italiani che hanno davanti una prospettiva più nera che rosea. Ci stiamo riempendo in modo pericoloso di debiti, per avere risorse che i protagonisti dell’economia italiana, le imprese, ritengono inutili e comunque poco importanti per il loro business. La mole di prestiti impiccheranno questo paese e chi lo governerà in futuro dovrà lavorare per ripianarli.

La fotografia dell’Istat dimostra con chiarezza ciò che avviene nel mondo reale. È inutile raccontare un paradiso che non c’è. Per risolvere le cose bisogna guardare con attenzione a quello che esiste. Nelle prossime settimane ci saranno famiglie e imprese, per via dei rincari dell’energia, impossibilitati a pagare le bollette di luce e gas. Non si sta facendo nulla di diverso che tamponare le ferite continuando a non guarirle. L’Italia al momento è divisa in due, da una parte c’è chi non ha subito nessuna difficoltà durante l’epidemia, e chi invece è stato affossato e non riesce più a guardare la luce fuori dal tunnel.