Categories: Cronaca

Il populismo mediatico ha messo ko Marino

ROMA- Ci mettiamo anche noi in quella lista breve che vede ancora qualche piccola parte d’informazione ancora libera da lacci e lacciuli di un potere forte che inizia seriamente a far paura. Speriamo che non si arriva al punto della Turchia, un paese che dovrebbe entrare in Europa e fa chiudere giornali e TV, perché sospettati, al dire del potere, di fare informazione rivoluzionaria, ma in effetti si tratta di informazione trasparente che non piace al potere.
In Italia ci siamo ritrovati in una situazione che ormai mette sospetti seri nell’opinione pubblica in merito al ruolo dell’informazione trasparente e libera come dovrebbe essere in un paese civile e democratico, dove l’opinione è al centro della libertà. Parlo del caso del sindaco di Roma, nessuna presa di posizione o difesa, semplicemente appare ormai giusta la difesa di Marino che ha detto “Renzi voleva Roma e l’ha presa”. È giusta la posizione dell’ex sindaco. A Roma, in queste ore, c’è l’ampio sospetto che a Marino è toccata la cattiva sorte che capita a tutti quelli che vogliono in qualche modo cambiare le cose seriamente, senza farsi intimorire da lobbies di un potere politico racchiuso in un cancro che si chiama partiti.
Marino ha provato a destrutturare i gruppi di potere che da decenni condizionavano la vita di Roma: i partiti e le loro clientele; i monopolisti dei rifiuti e del cemento; le cooperative “sociali” di destra e di sinistra; i sindacati dei dipendenti comunali e dei vigili. Il sindaco inizia subito un duro scontro, ma i media nazionali fanno silenzio su un lavoro serio e costruttivo per liberare la città da condizionamenti che limitano lo sviluppo e l’ammodernamento della città. Il sindaco Marino arriva agli onori delle cronache solamente per vicende che nulla c’entrano con la vita amministrativa che sta portando avanti. Nel marzo del 2015 il Papa annuncia, a sorpresa, un nuovo Giubileo: da quel momento si accendono i riflettori nazionali. La storia cambia all’improvviso. In città però avvengono episodi strani come ad esempio i funerali dei Casamonica, e qui si accendono a dismisura le macchine dei media sulla capitale e sul sindaco che, nel frattempo, è in America e non fa presto ritorno.
Ma c’è da dire che l’annuncio improvviso del Papà di un nuovo giubileo mette i brividi ma, nonostante tutto, il governo Renzi non si adopera immediatamente per dare ossigeno al comune di Roma per iniziare a costruire il nuovo giubileo. No, Renzi temporeggia, aspetta, come se ormai la sorte del sindaco di Roma fosse già segnata e c’era bisogno solo di aspettare che il tutto fosse compiuto. Anche in questo caso i media non spendono una parola, salvo poi ripensarci non appena si apre qualche spiraglio che possa far cadere Marino, qui iniziano titoloni e ore di intrattenimento televisivo che parla solo del sindaco di Roma.
Il populismo mediatico ha fatto una grande parte nella caduta del governo capitolino. Naturalmente significative eccezioni ci sono state, specialmente nell’informazione via web, ma anche in quella cartacea e in quella televisiva, ma è stato il grosso del sistema che ha fatto la sua parte per dare man forte a chi ormai voleva Marino fuori dal campidoglio.
Ogni giorno all’opinione pubblica veniva dato in pasto un sindaco che aveva sempre torto su tutto. Strano. Possibile che Marino non avesse mai ragione? Possibile che Marino, pur avendo tanti difetti di cattiva gestione amministrativa, non avesse fatto nulla di buono? No, all’opinione pubblica veniva detto solo la parte negativa di un sindaco che sembrasse avesse sbagliato su tutto. No, questa informazione non è corretta, non è giusto raccontare solo una parte di cose omettendo le altre. Lo dice un giornalista, lo dice un direttore di un giornale, lo dice un italiano che vuole essere informato su tutto e non solo su una piccola parte. Qualcosa non torna, bisogna saper fare autocritica e bisogna ragionare come poter far funzionare un’informazione capace di dire le cose come stanno senza condizionamenti.

Redazione

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