Per chi si spende per dare un sollievo ai poveri e chi vive in una seria difficoltà toccando con mano la povertà, è difficile apprezzare il governo di centrodestra a guida Meloni. Non ci sono ragioni per farlo. Attualmente al sud la situazione non è cambiata per niente, il dramma rimane sempre lo stesso: il lavoro. C’è una situazione che il meridione si trascina dietro dalla fine della seconda guerra mondiale, e non è mai finita. Il lavoro vero, quello che consente di progettare un futuro non esiste. Non c’è, è inutile illudersi.
I numeri di questa tragedia si possono ricavare dall’erogazione del reddito di cittadinanza. Infatti i due terzi delle famiglie con il Reddito e la pensione di cittadinanza risiedono nel Sud e nelle Isole con 672.890 assegni su 1.001.743 totali erogati a febbraio. Emerge dalle tabelle dell’Osservatorio Inps. Nella sola Campania sono erogati più sussidi che in tutto il Nord, con 229.989 assegni contro i 186.694 del Nord. Le persone coinvolte nel complesso sono 332.832 al Nord, 264.527 al Centro e 1.538.036 al Sud. L’importo dell’assegno medio è più alto al Sud con 605,31 euro medi a fronte dei 500,29 al Nord, e dei 531,83 al Centro. Nella sola provincia di Napoli vengono erogati oltre 146mila assegni sfiorando i sussidi ricevuti nel complesso dai residenti di Lombardia, Piemonte e Veneto.
E nessuno storci il naso davanti a questi numeri, perché come anticipato all’inizio del servizio, la situazione della mancanza di certezze lavorative lo confermano questi numeri. La situazione è esplosiva, perché tolto il reddito ci saranno enormi difficoltà per chi un lavoro vero lo cerca, ma non lo trova, e se lo trova è sottopagato e con orari che vanno più verso la schiavitù che la dignità lavorativa. È una situazione che va arginata, come chiede l’Europa, con un reddito minimo per chi è in difficoltà.