Lun. Giu 5th, 2023

Fare il giornalista meridionale è impresa ardua, ma chi lo fa, perché e figlio di questa terra, ci mette il cuore e l’anima affinché le cose possono migliorare. Molti i professionisti dell’informazione ci hanno provato senza pensare alla visibilità e al successo, ma soltanto perché ci hanno creduto. Crederci è il valore più grande per un territorio. Il sud ha bisogno di crederci e per farlo non deve ricercare altrove il sostegno, ma deve capire che per fare grande il sud c’è bisogno della gente del sud.  

Il male del sud sta nel fatto che tutti lo vogliono usare ma nessuno lavora con coscienza per salvarlo. In primis i cittadini meridionali. Sono proprio i cittadini i primi colpevoli del disastro meridionale: lasciano usare le sue difficoltà senza capire che esso va difeso.

Al sud ci sono enormi difficoltà che persistono dal dopoguerra e non sono mai state risolte. Le classi dirigenti hanno promesso ma mai hanno realizzato le loro promesse. Lasciando il sud in balia dei suoi disagi continui. Mentre il sud ha enormi potenzialità umane e territoriali. Oggi si parla di Pnnr, ma siamo sicuri che questi soldi serviranno per portare fuori dall’inferno il meridione?

Destinare il 40% delle risorse del Pnnr al Sud è strategico. È  la stessa Unione europea a chiederci maggiore impegno di sviluppo e coesione verso i territori più svantaggiati. Bisogna sostenere le piccole realtà meridionali, che non hanno gli strumenti idonei per progettare. Queste realtà vanno sostenute affinché riescono a valorizzare i propri territorio affidandosi a ciò che hanno e non a quello che si dovrebbe costruire. C’è tanto da fare, e bisogna farlo.

Il sud ha la più grande azienda del paese: ed è il territorio, ricco di tutto quello che occorre per creare le condizioni di sviluppo. Ebbene, finora nessuno ha creato le condizioni affinché il turismo meridionale fosse una risorsa non solo del sud ma di tutta Italia. Al sud non servono grandi industrie, esse sono sempre fallite miseramente. Al sud occorre tutelare le piccole e medie imprese, che devono trasformare in produzione tutte le ricchezze che la terra offre creando occupazione. Il sud può essere ricostruito solo se fa fede su se stesso. Il turismo è il primo indotto che va messo in piedi per trasformare il meridione nella più grande azienda d’Italia. Non è più pensabile trascurare le bellezze storiche e territoriali che da sempre offrono i territori meridionali. Quindi il sud deve imparare ad essere sud, chiedendo a se stesso il riscatto per le future generazioni. Le potenzialità ci sono, vanno solo sfruttate in pieno.