Categories: Cronaca

Il sud ucciso dall’unità d’Italia e dalle industrie del nord dopo l’unità

Non vogliamo essere catastrofisti, vogliamo solo dare indicazioni a un sistema politico che si è inceppato e non è più produttivo. L’Italia lo sappiamo bene che è sempre stata divisa. L’impoverimento giunto al sud dopo l’unità d’Italia è stata la partenza della morte del meridione. Tutto ha avuto inizio da lì, da quella unità che ha beffato e derubato il sud di tutte le sue ricchezze. Ricchezze meridionali portate via con la forza e sfruttate per arricchire il nord. Prima dell’unità d’Italia il meridione era un’isola felice. Dopo l’unità è diventata terra disgraziata.
Prima dello sbarco dei Mille, nel Regno delle due Sicilie era in atto un vero e proprio miracolo economico. I meridionali, a quel tempo, a casa loro ci stavano bene. Il Regno delle due Sicilie possedeva la seconda flotta di Europa (9.848 bastimenti con 259.910 tonnellate di stazza totale), un debito pubblico ininfluente, una moneta forte. Il complesso siderurgico di Pietrarsa, nel Napoletano, vantava un fatturato che al Nord si sognavano. Fu nel Regno delle due Sicilie, il 3 ottobre 1831, a essere inaugurata la prima ferrovia in Italia, la Napoli-Portici. Una riuscita iniziativa industriale fu la colonia di San Leucio, nei pressi di Caserta, chiamata Ferdinandopoli in onore del penultimo re borbonico che ne fu il fondatore. Prima dell’annessione, il Regno del Sud, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ossia l’85% delle riserve auree di tutte le province. Ancora prima dell’Unità, fioriva nelle due maggiori città dell’Isola, Palermo e Catania, l’industria della seta esportata con successo, per la qualità dei suoi prodotti, nei mercati europei e mediterranei.
L’industria del tabacco produceva migliaia di tonnellate di manufatti all’anno, occupando tra operai e indotto, diverse migliaia di Unità lavorative.
Questo era il sud prima dell’unità d’Italia, dopo è stato solo inferno. Dopo, il meridione, ha iniziato a perdere gradualmente tutto fino ad arrivare a oggi che si trova in una condizione di disperazione totale. Il sud era ricco, forte, potente, il nord era inesistente e asservito al regno delle due sicilie.
Dopo l’unità c’è stata una regia ben precisa che ha messo alla berlina tutto quello che era il mezzogiorno. Quella regia ha trasmesso in generazioni in generazioni il disegno perverso da mantenere, per tenere il sud fermo e sottomesso nei confronti del nord. L’hanno fatto costruendo il tessuto produttivo settentrionale costringendo il meridione a comprare tutto dal nord. Privare il sud di industrie è cosa voluta. Dopo l’unità d’Italia il sud ha dovuto comprare tutto quello che gli serviva per vivere dal nord. Così facendo è stato schiavizzato e privato della possibilità di poter vivere con beni propri. L’economia produttiva è stata concentrata interamente nelle regioni settentrionali, mentre al sud non creavano nulla in maniera tale che anche un bicchiere d’acqua i meridionali dovevano per forza comprarlo dal nord, al sud non doveva esistere. Un circuito perfetto che ha fatto sì che quelle poche ricchezze che il sud produceva doveva continuare ad arrivare al nord. Non più un furto come quello avvenuto con l’unità d’Italia, ma una condizione pulita che continuasse a spostare ricchezze dal sud verso il nord. Un meccanismo perfetto che ha continuato a impoverire il meridione e arricchire il nord. Le debolezze del sud dopo l’unità d’Italia, non gli hanno consentito di reagire, alla fine ha ceduto su tutto arrivando a chiedere l’elemosina al nord per sopravvivere, e non ha saputo più riscattarsi.

Redazione

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