Categories: Cronaca

Immigrazione clandestina, sgominata organizzazione a Trieste

La Polizia di Stato di Trieste ha arrestato i i vertici di un’articolata organizzazione criminale, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con proiezioni internazionali.
Al termine di una complessa ed articolata attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Aosta e dal Servizio Centrale Operativo, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, nei giorni scorsi è stata data esecuzione ad un provvedimento restrittivo emesso nei confronti di sei iracheni.
Gli stranieri sono ritenuti appartenenti ad un sodalizio criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, capace di gestire i flussi di clandestini provenienti dal medio oriente attraverso la rotta migratoria del mediterraneo orientale.
Le indagini sono state avviate all’inizio dell’anno, a seguito degli arresti di “passeur” effettuati dal Settore Polizia di Frontiera di Aosta nell’ambito delle attività di polizia finalizzate al controllo delle frontiere, con particolare riguardo alla prevenzione dei delitti in materia di immigrazione clandestina, nei pressi dei valichi di questa regione al confine con la Francia.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, ha permesso di individuare i vertici in Italia dell’organizzazione e svelarne il particolare “modus operandi”.
Il gruppo, in contatto con soggetti in medio oriente, organizzava la partenza di stranieri privi di regolare documentazione intenzionati a raggiungere l’Europa, fornendo supporto logistico fino al paese di destinazione prescelto. Ad ogni membro dell’organizzazione, secondo le direttive e gli ordini del soggetto avente il ruolo apicale, era attribuito un compito ben definito: autisti dei mezzi utilizzati per gli spostamenti dei clandestini, staffette con la funzione di anticipare i veicoli e segnalare eventuali controlli di polizia.
La tariffa dovuta per il “viaggio”, risultava suddivisa per tratte e mutava a seconda delle modalità di svolgimento dell’itinerario: tipologia dei mezzi di trasporto, sistemazione alloggiativa fornita per la temporanea ospitalità nelle città di appoggio e transito, sino al termine del percorso intrapreso.
Sono stati documentati numerosi viaggi effettuati verso paesi europei non solo attraverso i più noti trafori e valichi situati in Valle d’Aosta (traforo del Monte Bianco) e in Piemonte (traforo del Frejus), ma utilizzando anche valichi di frontiera secondari per sfuggire ai controlli di polizia.
Nel corso dell’operazione sono state effettuate perquisizioni, con il conseguente sequestro di numerosi telefoni cellulari, schede telefoniche di vari paesi, dispositivi informatici, navigatori, autovetture, documenti, denaro contante, verosimilmente frutto dell’illecita attività.
L’associazione si è caratterizzata anche per una spiccata elasticità e particolare capillarità, confermata dal fatto che due soggetti sono stati rintracciati in diverse parti del nord Italia, tra Torino e la provincia di Venezia, un terzo era già detenuto in questa provincia e altri due all’estero.

Redazione

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