Tra le più terribili dei reati contro la persona, quella della violenza sessuale rimane una delle più devastante. Per una donna subire la violenza sessuale significa essere ferita nel suo intimo. Un atto che crea enormi disordini psicologici fino a farla sentire colpevole di un reato che non ha commesso. Uscirne non è facile, per fortuna il tempo comunque guarisce ogni ferita. Per una donna che subisce una violenza sessuale significa subire un danno psicologico che ferma per un periodo la sua vita. Anche il suo aspetto fisico diventa per lei la causa, tanto che lentamente la porta ad una trascuratezza per evitare che possa essere persino guardata. Vuole uscire dal mondo. Per lei isolarsi diventa l’unica soluzione. La più terribile delle violenze sessuali è quella di strada, dove una donna in pochi minuti vede stravolgere la sua vita da uno sconosciuto. Pochi minuti prima era tutta un sorridere, dopo pochi minuti il sorriso viene spezzato da un’azione infame.
Purtroppo questo genere di violenza non tende a diminuire, infatti il trend in evidente crescita si registra per la violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme – è quanto emerge dal rapporto del dipartimento della pubblica sicurezza – direzione generale della polizia criminale – Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497)10, l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta invece sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021). Per la fattispecie in esame la rappresentazione cartografica mostra che nell’anno appena trascorso sono l’Emilia Romagna, la Liguria e il Trentino Alto Adige le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi11, mentre Basilicata, Campania e Abruzzo evidenziano i valori d’incidenza più bassi. L’esame delle vittime mostra, anche in questo caso, che quelle di genere femminile continuano a risultare predominanti, con il 91%; di queste il 71% sono maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana.
Per fermare questa e le altre violenze, bisogna investire sulla cultura. La scuola deve essere il primo incubatore di una nuova educazione al vivere civile. Quelle delle violenze sono piaghe sociali. E le violenze racchiudono in se molti aspetti di una quotidianità che ha perso il senso dei suoi valori cardini. Anche lasciare un individuo ai margini della società, lasciandolo nella povertà facendogli perdere la sua dignità, è violenza. Quindi più cultura vuol dire più dialogo tra le persone. L’ascolto è la prima cura contro l’isolamento di chi vive momenti di sofferenza e riesce a far uscire fuori dal tunnel chi inconsapevolmente vi è entrato.