Per l’esattezza sono 5.921 i negozi che nell’anno appena trascorso hanno chiuso i battenti. Un numero impressionante, dove a farne le spese maggiori è stata la città di Napoli. Sono le stime elaborate da Confesercenti sui dati resi disponibili dalle fonti camerali, nel 2022 nel nostro Paese sono nate solo 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. Oltre 43mila imprese hanno abbassato per sempre la saracinesca, per una media di oltre due negozi chiusi ogni ora.
Sono dati che riguardano solo la regione Campania, se il tutto viene considerato sull’intero territorio meridionale, i numeri di sicuro sono spaventosi. Non bisogna rallegrarsi. Dietro ogni serranda che viene giù per sempre c’è una famiglia che vive con quella attività. C’è una persona che ha speso energie per portarla avanti, come ha speso risorse per farla sopravvivere. Quindi nessuno si può sentire al sicuro, poiché una serranda che chiude per sempre sono meno tasse che entrano nelle tasche dello stato e degli enti locali, che a sua volta non potranno più pagare i servizi ai cittadini.
In questo momento mancano i compratori, manca chi entra in un negozio. La stragrande maggioranza delle famiglie sono in crisi profonda. La mancanza di risorse si ripercuote inevitabilmente sul commercio. Il sud paga il prezzo più alto di questa crisi economica che sta letteralmente mettendo in ginocchio famiglie e imprese meridionali. I dati sul commercio sono la prova evidente della grande sofferenza che vive il popolo meridionale.