Quando ci sono guerre, carestie, povertà, a pagare il prezzo più alto sono i bambini, essi sono privati dei bisogni necessari per crescere e sono i primi a morire. Oggi in Italia, per via della crisi, ci sono 1,2 milioni di bambini in condizioni di povertà. Lo riferisce Save the Children, precisando che non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul futuro dei più giovani, ma è anche l’ambiente in cui vivono a condizionare le condizioni di crescita dei minori.
Secondo l’Ong, “la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, soprattutto nelle grandi città”.”Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l’altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà”, nota ancora Save the Children. Anche nelle stesse città, spostandosi di pochi chilometri da un quartiere all’altro si notano differenze tra quartieri. Ci sono molti ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano più, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione.
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