ROMA – Se la povertà sta dilagando come una malattia, significa che qualcosa non ha funzionato. La povertà si genera quando c’è mancanza di un lavoro certo. Dalla venuta dell’euro ad oggi, in Italia è dilagata la mancanza di lavoro che ha generato la povertà diffusa. È inutile dire che l’euro è la nostra fortuna, nessuno ci crede. L’euro è stato la nostra maledizione e sta creando conseguenze peggiori della seconda guerra mondiale.
Oggi in Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30%, più di 18 milioni individui, in aumento rispetto all’anno precedente. È il dato diffuso dall’Istat. La povertà in Europa “si mantiene stabile nel 2016 rispetto al 2015, con un’incidenza pari al 23,5% della popolazione (118 milioni di individui a rischio)”.
Le disparità regionali, spiega il rapporto dell’Istat, si evidenziano fortemente tra il nord e il sud. Infatti nel Mezzogiorno è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%), contro uno ogni cinque del Nord (19,4%). Nel 2017 l’Istat aveva rilevato che si stima siano 5 milioni e 58 mila gli individui in povertà assoluta (8,4% della popolazione).
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