L’Italia ha due grassi dramma: la mancanza di Lavoro e la povertà che aumenta sempre di più. Entrambi viaggiano a braccetto, poiché la mancanza di un lavoro vero porta inevitabilmente alla povertà. La lotta alla povertà per ora è stata affrontata solamente con l’introduzione del reddito di cittadinanza voluto fortemente dal M5S.
L’Istat a giugno ha spiegato che per 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale dal 7,7% del 2020) e circa 5,6 milioni di persone (9,4%, come l’anno precedente) non è cambiato nulla. Ma attenzione, avverte Istat: nel 2021 i maggiori consumi (+1,7%) non hanno compensato l’inflazione (+1,9%). Fin qui i numeri dell’Istat. E poiché la povertà assoluta si misura sulla capacità della famiglia di sostenere le spese essenziali e incomprimibili per vivere, dal cibo all’affitto, dalle cure al riscaldamento, quest’anno con un’inflazione oltre il 8% potremmo avere un milione di poveri assoluti in più.
Istat spiega che la causa di questa sostanziale stabilità è imputabile a diversi fattori: in particolare, a un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021). In assenza di inflazione la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%.