ROMA- Sono entrati sparando al grido “Allahu akbar”, classico rituale di questa guerra invisibile, dove il nemico colpisce all’improvviso e fa strage di essere umana. Ieri sera un commando composto da otto o nove jihadisti, che hanno giurato fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi, ha fatto irruzione all’Holey Artisan Bakery nel quartiere diplomatico Gulshan di Dacca, poco distante dall’ambasciata italiana e da dove fu ucciso Cesare Tavella. Quando in Italia è arrivato l’allarme dell’ennesimo raid, i tagliagole dell’Isis avevano già preso in ostaggio una ventina di persone. Tra le persone presenti nel ristorante c’era un gruppo di imprenditori italiani che stava cenando. Un italiano, che era a cena con il gruppo di sette imprenditori finiti nelle mani dei terroristi islamici, si trovava in giardino al momento dell’attacco ed è rimasto nascosto nel giardino fino a quando è stato tratto in salvo. Un altro italiano, un dipendente del locale, è invece riuscito a fuggire dal tetto subito dopo l’inizio dell’attacco. L’Isis ha rivendicato l’attentato con un comunicato all’agenzia di stampa Amaq e riportata dal sito Site. Adesso si contano i morti. Ce ne sarebbero almeno 26, mentre i feriti sarebbero quaranta.